E’ finito nel registro degli indagati già dal 2013, ma non gli è bastato per fermarsi. Così si è beccato l’ennesima denuncia, e non si esclude ne arrivino altre. “Lui” è il chirurgo del dimagrimento, 62enne libero professionista parmigiano che oggi finirà davanti al gup per la prima udienza.
L’accusa, violenza sessuale aggravata e continuata nei confronti di cinque donne, tutte fragili, in lotta con il peso eccessivo che non se ne vuole andare.
L’ennesima denuncia è stata presentata da una donna lombarda, cinquantenne, a inizio dicembre: le molestie sarebbero iniziate prima dell’intervento, ma ha cercato di dimenticarle, di andare oltre per regalarsi il miraggio di bellezza.
Senza entrare nei dettagli sordidi e squallidi, la 54enne si è decisa a sporgere denuncia quando, in occasione della visita pre intervento plastico ricostruttivo, dopo aver perso oltre trenta chili, l’uomo le ha toccato le parti intime. In borghese, senza guanti, poco prima di andarsene a casa, come fosse un rito.
Ripetuto un attimo con la compagna di stanza, che le ha poi confessato come l’uomo fosse soprannominato in reparto “il molestatore”, invitandola a dimenticare. Ma lei non è riuscita a rimuovere, come non ha rimosso la visita preintervento, in cui è stata fatta integralmente spogliare, poi fotografata, nelle posizioni più disparate.
Fino alle domande intime, fatte, secondo le denunce, a tutte le pazienti: “E’ separata? Da quanto tempo non fa sesso?” Finanche all’abbraccio con bacio sulla bocca pre – intervento. Un gesto che ha turbato profondamente la donna, che è rimasta in silenzio per il desiderio di sentirsi bella. Invece si è sentita violata ancora di più.
Si sono costituite parti civili le cinque donne vittime delle morbose attenzioni di un chirurgo 62enne accusato di violenza sessuale aggravata e continuata.
Giovedì a mezzogiorno è iniziata l’udienza davanti al gup (l’imputato non c’era) e l’avvocato della difesa ha fatto alcune richieste: l’audizione dell’imputato, l’acquisizione dei tabulati telefonici per verificare se parti lese e medico si conoscessero prima dei fatti contestati e l’esecuzione di una perizia per accertare se le manovre del medico stesso (i palpamenti ad esempio) fossero o meno conformi alle operazioni di bendaggio gastrico alle quali le pazienti si erano sottoposte.
Solo la prima è stata accettata così, il prossimo 10 marzo durante la seconda udienza, verrà ascoltata la versione dello stesso medico.