Diciamocelo. Avevamo paura a inizio stagione.
Perché la serie D era un’incognita, la società appena nata anche. Ci sembravano tanti nomi usciti dal passato, ma senza una vera esperienza di categorie…ehm…come definirle, per noi snobbetini figli dell’era Tanzi. Diciamo, ignote.
Anzi, dilettantistche. Chiamiamole col loro nome.
Chi ne sapeva qualcosa ci diceva che stavano comprando il meglio sulla piazza, ma noi, a parte leggere il curriculum, ci credevamo fino a li. Qualche presunto esperto poi gufava che ce ne fossero almeno due o tre più forti.
Le amichevoli sono state un incubo in salsa di cancheri a chi ci ha portato a questo punto.
Poi è iniziata la stagione. Ci abbiamo quasi trovato qualcosa di buono: stadi e località che diversamente non avremmo mai visto. Adesso ci abbiamo persino preso gusto: vincere è bello sempre, anche in serie D.
E ora possiamo dirlo, questo Parma può solo farsi male da solo. La Lega Pro può solo perdersela.
Perché se a Vadagno, contro l’unica (presunta) rivale è stata quasi ordinaria amministrazione, e per pigliare un gol abbiamo dovuto dire a Cacioli di commettere na fesseria ogni tanto sennò le gare diventano noiose, è evidente che no, a inizio stagione non avevamo capito niente.
E’ palese che la squadra è stata costruita con la ratio di chi deve e vuole vincere.
E’ chiaro che la squadra sa vincere, e per ora è l’unica a non saper perdere. E’ l’unica imbattuta in Italia, e ha guastato all’Altovicentino l’imbattibilità casalinga.
Oramai è chiarissimo che questo Parma può solo farsi male da solo. Gli basta non fare nulla, se non giocare come sa, lasciare che sia, e tanto l’anno prossimo già lo so che…