Fabio Rainieri, vicepresidente del consiglio regionale dell’Emilia Romagna punta i riflettori sulla vendita, a seguito di aggiudicazione di asta pubblica, del Centro Termale “Baistrocchi”, a Salsomaggiore Terme.
In un’interrogazione depositata in Aula, l’esponente del Carroccio ricorda che il Baistrocchi, “è un Consorzio di enti pubblici (Comune di Parma, ASP Ad Personam di Parma, Provincia di Parma, AUSL di Parma) avente come finalità quella di erogare cure termali a utenti poveri e bisognosi, con preferenza per quelli residenti nella provincia di Parma”.
“Nel luglio scorso – sottolinea Rainieri -, l’asta ha avuto quale esito l’aggiudicazione provvisoria dei beni e dei rapporti oggetto di vendita a una società a responsabilità limitata costituita da diversi soggetti e avente sede a Salsomaggiore Terme, peraltro risultata l’unica offerente. Ma attenzione – continua il vicepresidente dell’assemblea -, dopo la conclusione dell’asta, sarebbe cambiata la composizione sociale del soggetto aggiudicatario, in ragione dell’ingresso di nuovi soci e della ridistribuzione delle quote sociali, e non sarebbe ancora terminata la gestione commissariale”.
Alla luce di tutto questo Rainieri ha così depositato un’interrogazione alla Giunta per chiedere innanzitutto rassicurazioni in merito al futuro lavorativo del personale.
“E’ doveroso sapere – attacca Rainieri – se e quali garanzie occupazionali sono state date al personale dipendente dal soggetto aggiudicatario. Secondariamente, credo sia fondamentale chiarire quale sia la composizione sociale del soggetto aggiudicatario, se sia cambiata dopo l’aggiudicazione provvisoria e se lo stesso soggetto possieda le capacità tecniche e professionali per proseguire l’attività del Baistrocchi”.
“In ultimo – aggiunge Rainieri -, sono convinto si debba fugare ogni dubbio sulla procedura. Innanzitutto capendo se è stata perfezionata l’aggiudicazione definitiva all’unico offerente; se si stia protraendo la gestione commissariale e per quali motivi.”.
“Oltre a questo – conclude – è necessario che si spieghi una volta per tutte se corrisponde al vero che la vendita è avvenuta senza l’applicazione della normativa sugli appalti pubblici, fatto che potrebbe comportare la nullità del contratto. A meno che la Giunta ritenga del tutto legittimo l’iter seguito dal commissario. Ma in qualsiasi caso è necessario capire il perché di certe scelte che ai più appaiono dubbie e poco comprensibili. A chi sostiene che non sarebbe stato applicato il codice degli appalti perché questo non era obbligatorio, ricordo infine che non si tratta della semplice vendita di un immobile ma di un intero asset aziendale che prevede l’erogazione di servizi sanitari. Una cosa ben diversa”.