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Un lettore: “Perchè l’amministrazione spende soldi pubblici per controllare Arpa?”

Gentile Direttore,
si legge spesso sulle relazioni tra l’assessore Folli e l’associazione ambientalista GSCR. Nulla di male, anzi, ma non riesco a comprendere alcuni passaggi.

Intanto l’incarico che è stato assegnato ad un consulente GSCR, anche se con adeguato curriculum, per un costo di 20.000 euro/anno, per verificare se Arpa fa corretti monitoraggi ambientali, mi pare un controsenso e vorrei spiegazioni dettagliate. Io non credo che possa un Comune dubitare della professionalità di ARPA e tanto meno spendere soldi pubblici per controllare un altro ente pubblico.

Poi il fatto per cui GSCR vada ad insegnare nelle scuole come trattare i rifiuti mi pare una forzatura. Ad esempio io non sono d’accordo con la gestione rifiuti e con la raccolta differenziata fatta come ora. Serve solo a far dimenticare l’obiettivo vero che è il tendere a “rifiuti zero”.

L’unica raccolta differenziata possibile e congrua con la tipologia sociale attuale è quella remunerata, per cui a fronte di rifiuti ben riciclati viene corrisposta una somma, anche esigua, al solerte cittadino. I rifiuti non riciclabili (oggi, checché se ne dica, la maggior parte del totale) devono invece essere molto penalizzati, a tal punto che le aziende produttrici di prodotti di consumo, e quindi ab origine, devono nel tempo adeguarsi e produrre senza, o quasi, scarti. Questa è tendenza allo zero.

Roberto Colla

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