Due rapine analoghe, due coltelli sfoderati. Forse lo stesso colpevole, forse no.
La prima, martedì mattina, in Via Trento, angolo Via Cagliari, in una sala slot. Il titolare aveva appena aperto, poche centinaia di euro in fondo cassa: quando lo ha visto entrare ha pensato fosse il primo cliente della giornata.
Invece gli si è avvicinato, con un coltello, e ha sibilato “questa è una rapina”. Quando il titolare ha provato a scansarlo lo ha ferito con una lama alla mano. Poi è andato dietro il bancone, e gli ha consegnato quel poco che c’era in cassa.
Consapevole che se il malvivente fosse passato più tardi, avrebbe trovato ben altra somma. Ma, probabilmente, il colpo era stato studiato proprio per approfittare dell’assenza di clienti e del passaggio, ancora scarso, su Via Trento. Senza rischi ne testimoni, insomma.
Poi l’uomo, occhi verdi, cappuccio di pelo in testa e sciarpa a coprirne parzialmente il volto, è fuggito verso Via Cagliari, scomparendo velocissimo inghiottito dal labirinto del San Leonardo.
Nel pomeriggio, altro coltello, altra rapina. Forse, altro balordo. O forse, lo stesso: in questi giorni in cui si appuntano più rapine ad armi bianche (almeno cinque) che incidenti stradali, in cui la cronaca diventa uno stillicidio di rapine e paura, è difficile distinguerne i colpevoli.
Chi lo ha visto in viso, perché nel caos della rapina è stato tradito dallo scaldacollo che ne ha palesato il volto, parla di un uomo sulla trentina, senza qualche dente, brizzolato, italiano, un po zoppo: di certo resta che è entrato nel market Superday di Via Imbriani e puntato un coltello al fianco della cassiera.
Non si è preoccupato della presenza di un paio di clienti in cassa, ma solo di arraffare i soldi, e in fretta. Tenendo il coltello puntato nel fianco della donna, ha notato la chiave sulla cassa e l’ha aperta, intascandosi in fretta e furia circa 400 euro. Poi è fuggito, senza nemmeno cercare l’altra cassa, quella con blindato all’interno l’incasso della mattinata.
Anche qui, come al San Leonardo, un dedalo di strade per perdersi nel nulla. Anche qui, la paura che rimane nelle vittime, mischia al terrore di non essere davvero mai al sicuro.