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AttivarSi per l’infanzia: “Basta bugie, vogliamo risposte sul nostro referendum, diventato da senza quorum a senza senso”

IMG_3265Se la prendono con il sindaco e il Vice sindaco, e vogliono risposte.

Sono i genitori del comitato “AttivarSi per l’infanzia”, e furiosi lo sono davvero: lo sono per aver chiesto un referendum, ad oggi divenuto inutile, a loro stesso dire “senza senso”, lo sono perché alle parole dell’amministrazione non sono mai seguiti i fatti.

“Non c’è trasparenza – attaca Marilena Caramazza in rappresentanza del comitato – parlano di mail, ma non ce le hanno mai mandate, parlano di raccomandate mai partite”. Il tutto per “boicottare il nostro referendum. Il sindaco promette una cosa  e ne fa un’altra, venendo meno anche alle promesse elettorali di trasparenza e partecipazione”.

Il Comitato pretende risposte, risposte per le continue defezioni tra i membri della commissione che doveva stabilire la fattibilità del referendum, risposte per un’espressione di democrazia  mai concessa mentre gli asili venivano privatizzati senza lasciar dire ai cittadini cosa ne pensassero.

E attaccano il sindaco: “Taglia gli asili, ma ha i soldi per far venire Moroder in piazza. La sola verità è che dice bugie”.

Lo scrivono, e gridano, a gran voce, in una nota:

“Grazie al Sindaco ed a questa Giunta oggi si è passati dal Referendum senza quorum al Referendum senza senso! “E’ quello che auspicavo, ogni iniziativa volta a portare i cittadini ad esprimersi su questioni di interesse collettivo sarà sempre vista in modo favorevole dalla mia amministrazione. (…)

E’ un risultato importante per la politica parmigiana, forse l’unica in Italia ad attuare questo sistema di consultazione” Con queste parole il sindaco Pizzarotti commenta la notizia dell’emissione, da parte della Commissione dei Garanti, del parere di ammissibilità del quesito referendario depositato il 4 maggio dal Comitato AttivarSi per l’Infanzia. E’ QUESTO IL RISULTATO CHE IL SINDACO AUSPICAVA? E’ QUESTO IL REFERENDUM DI CUI IL SINDACO VA FIERO? VA FIERO di un

Referendum tradito, boicottato e SVUOTATO DA OGNI CONTENUTO? Il Sindaco con la delibera del Consiglio Comunale del 12 maggio 2015 e con l’emanazione del relativo bando ha ucciso politicamente il Referendum. La maggioranza pentastellata in Consiglio comunale, nonostante una proposta di Referendum consultivo già depositata in data 4 maggio (che chiedeva che il Comune non si privasse della gestione diretta di tutte le scuole dell’infanzia comunali gestite direttamente), ha approvato il 12 maggio una delibera che, prevedendo la dismissione parziale della gestione diretta, non solo ha tradito le proprie promesse elettorali, agendo in direzione opposta alle stesse, ma ha anche politicamente affossato il referendum consultivo proposto, con il quale, paradossalmente, si chiedeva semplicemente il rispetto da parte del sindaco del proprio programma elettorale.

I cittadini sono così stati deliberatamente privati della possibilità di esercitare efficacemente il proprio diritto di voto prima che la scelta fosse stata presa, e ciò proprio ad opera di quel sindaco che ha fatto dell’istituto referendario e della partecipazione dei cittadini una bandiera. Non paga del boicottaggio politico nei confronti del Referendum, l’Amministrazione Comunale ha impiegato sette mesi, 212 giorni, per rispondere circa l’ammissibilità o meno della proposta referendaria, mentre il Regolamento comunale prevede un termine di 30 giorni dal deposito dell’istanza entro cui si sarebbe dovuto fornire tale risposta.

IMG_3267Nel frattempo, non a caso, in data 7 Agosto, il Bando da 88 MLN di euro per la gestione delle scuole dell’infanzia comunali ha concluso il suo iter e parte delle scuole dell’infanzia che erano precedentemente a gestione pubblica, sono state affidate in gestione al privato. In data 2 dicembre 2015 la Commissione dei Garanti ha ritenuto, invece, il referendum ammissibile nonostante la convenzione in essere ( art.59 Statuto comunale). La Commissione implicitamente ha riconosciuto, comunque, che per i fatti avvenuti successivamente al deposito dell’istanza referendaria, sette mesi prima, 3 mesi prima dell’Assegnazione del Bando, sia venuto meno l’interesse al referendum: “approvazione di atti che ne possano ipoteticamente far cessare l’interesse” Sulla questione referendum consultivo si è anche espresso, in chiusura della commissione congiunta dedicata ai nuovi regolamenti sui servizi per l’infanzia comunali, l’Assessore al Bilancio Marco Ferretti con queste parole : “Non è abrogativo e vincolante, è consultivo.

E’ impensabile abrogare la gara di Parmainfanzia” A questo punto unica possibilità per ridare senso al referendum è un provvedimento giuridicamente vincolante da parte della Giunta, prima della raccolta delle firme, che disponga la reinternalizzazzione dei servizi esternalizzati in caso di vittoria del si. Questa è la condizione necessaria per ripristinare le condizioni per un Referendum serio, per una vero coinvolgimento della cittadinanza, in caso contrario è una farsa, inutile e costosa per i cittadini”.

Ecco la ricostruzione, per immagini, della “disavventura referendum”: Conferenza Stampa-Finale

 

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