Con il decreto del 19 novembre 2015, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 280 del 1° dicembre 2015 , il Governo ha comunicato che per l’anno 2016 il valore presuntivo della variazione dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, al netto dei tabacchi, sarà lo 0,0%.
Per il 2015 era stata programmata un’inflazione pari allo 0,3% che l’INPS ha attribuito in via provvisoria a tutte le pensioni nel corso dello stesso anno. Il dato definitivo invece è stato dello 0,2%.
Per questo motivo, con conguaglio, i pensionati dovranno restituire lo 0,1%.
Nello stesso tempo va ricordato l’effetto sul 2016 del DL n. 65/2015, convertito con la Legge 190/2015 che ha recepito la sentenza n.70 della Corte Costituzionale. Tale disposizione prevede che alle pensioni il cui importo nel 2011 era compreso tra tre e sei volte il trattamento minimo (quindi tra circa 1500 e 3000 euro lordi al mese), venga attribuito nel 2016 il 50% del valore mensile degli arretrati corrisposti nel 2012 e 2013.
In conclusione. Escluso questa ultima fascia, tutti gli altri per effetto dell’inflazione programmata uguale a 0,0% non solo non avranno alcun adeguamento, ma dovranno restituire lo 0,1%.
Lo SPI di Parma chiede che nella Legge di stabilità il Governo tenga conto di questa imbarazzante situazione.