Era morto nella propria auto, una Jeep Freelander, di overdose, nel parcheggio di un night-club a San Pancrazio, nell’aprile 2011. Lui, camionista 44enne originario del bresciano ma residente a Parma, separato, senza figli, dal proprio cellulare aveva fatto un’ultima chiamata: a uno spacciatore.
La squadra mobile, coordinata dal Pm Lucia Russo, non risalì mai all’identità del venditore della dose letale, ma smascherò un giro di spaccio di eroina coordinato da nordafricani con una fedina penale discretamente ricca di macchie: in manette finirono tre tunisini, nei guai per favoreggiamento un quarto giovane, trovato con oltre diecimila euro “affidatigli” dagli altri tre.
Giovedì, davanti al giudice Nigro, con il rito abbreviato le condanne per detenzione ai fini di spaccio e cessione: sei anni di galera, oltre 28mila euro di multa per uno dei pusher, quattro anni e 20mila euro per il complice incensurato. Il terzo, recidivo, è stato rinviato a giudizio. Sei mesi, pena sospesa, per il quarto, accusato solo di favoreggiamento.