Ha patteggiato due anni di reclusione con sospensione della pena, l’ex sindaco di Parma, Pietro Vignali.
Vignali, eletto nel 2008 era stato arrestato il 16 gennaio 2013 con le accuse di peculato e corruzione: sotto accusa, nell’indagine della Guardia di Finanza, una condotta fraudolenta finalizzata ad accumulare ingenti ricchezze da destinare ad usi strettamente privati, come il finanziamento della campagna elettorale del 2007, il controllo della stampa locale, la cura della propria immagine anche a livello nazionale in chiave delle successive elezioni.
Gli indagati, inizialmente, diciannove, con sequestri per circa 3,5 milioni di euro oltre beni mobili e immobili.
Oggi, le prime sentenze di patteggiamento e rinvio a giudizio davanti al Gup Artusi: due anni di condanna con pena sospesa, come proposto nella propria linea difensiva concordata con la Procura, per Pietro Vignali.
Rinvii a giudizio invece per: Angelino Buzzi, ex editore di Polis Quotidiano, che avrebbe ottenuto la carica di ad di Iren Emilia per mettere a tacere i propri giornalisti, avversi alla Giunta Vignali; Andrea Costa, ex presidente della partecipata comunale Stt, che avrebbe distratto fondi per fini personali e per aggrazziare la stampa locale e nazionale, e Marco Rosi, accusato di avere pagato all’allora sindaco una notte in un albergo di lusso di Forte dei Marmi in cambio di un permesso per l’installazione del dehor davanti a un locale di sua proprietà.
Stt, inoltre, ha ottenuto un sequestro preventivo di oltre 1milione150 mila euro di quote di proprietà di Andrea Costa della società C&C and Partners.
Non luogo a procedere, invece, per Tommaso Ghirardi e Alberto Monguidi: l’accusa era di concorso in peculato, per avere pagato una parte dello stipendio del capo ufficio stampa del Comune di Parma, Alberto Monguidi, per un periodo capo ufficio stampa di Parma Fc, con soldi destinati al Comune, sottraendoli alla tariffa di affitto per l’utilizzo dello Stadio Tardini.
Fare clic qui per leggere il commento di Pietro Vignali dopo la condanna e quello di Federico Pizzarotti.