Semaforo verde alla ricollocazione del personale delle Provincie, 1.202 unità di personale di cui 959 saranno trasferite negli organici regionali e 243 in quelli di Arpa.
La Regione ha approvato gli elenchi del personale della Città Metropolitana di Bologna e delle Province interessato dal processo di riordino delle funzioni previsto dalla legge regionale n. 13, in attuazione della cosiddetta “legge Delrio”. Circa 590 dei dipendenti trasferiti in Regione rimarranno alle dipendenze funzionali della stessa, mentre i restanti saranno distaccati alla Città metropolitana di Bologna e alle Province per la gestione delle funzioni riassegnate a tali livelli istituzionali.
Dal 1 gennaio 2016 comincerà il trasferimento del personale negli organici di destinazione, portando quindi a definitiva conclusione il complessivo processo di mobilità senza che nessun lavoratore delle Province riformate dell’Emilia-Romagna sia stato dichiarato in esubero o abbia visto messo a rischio, non solo il proprio posto di lavoro ma anche la retribuzione o il proprio inquadramento professionale.
L’approvazione degli elenchi, come programmato, è avvenuta entro la fine di ottobre, previo confronto con le organizzazioni sindacali, confederali e di categoria, che ha portato a definire i criteri e le procedure per la gestione operativa della mobilità del personale da trasferire a livello regionale nel pieno rispetto delle prescrizioni della normativa nazionale, come ribadito in sede di Osservatorio nazionale la scorsa settimana, dove l’Emilia-Romagna ha esposto il punto della situazione.
Come già annunciato, circa 28 milioni di nuove risorse sono state impegnate sul bilancio della Regione per il percorso di riforma territoriale, che si sono sommate ai circa 31 milioni già stanziati annualmente come finanziamento agli enti locali per la gestione delle funzioni delegate. Grazie a questa copertura economica, la Regione Emilia-Romagna ha potuto definire un percorso di piena ricollocazione del personale coerente con la riallocazione delle funzioni provinciali sul livello regionale secondo lo schema tracciato dalla legge Delrio, evitando la definizione di personale in sovrannumero che sarebbe stato destinato, senza un’adeguata copertura economica regionale, alla ricollocazione sui fabbisogni occupazionali delle diverse pubbliche amministrazioni.