L’unico successo del Parma affossato dal crack finanziario se lo è meritato Roberto Donadoni, l’allenatore “con un garbo sempre più raro, parole poche, risultati tanti, anche nelle difficoltà estreme dell’ultima stagione condotta con dignità, in mezzo al fallimento”, come recita la motivazione del ‘Premio Giacinto Facchetti-Il bello del calciò, assegnato proprio all’ex ct azzurro.
“E’ un riconoscimento che va al popolo ombra del Parma: tutti i collaboratori e le persone che hanno lavorato e ci hanno messo passione rimanendo a Parma” ha voluto precisare Donadoni, che succede nell’albo d’oro del premio istituito dalla Gazzetta dello Sport a Julio Gonzalez, Younes Mahmoud Khalef, Paolo Maldini, Cesare Prandelli, Gianfranco Zola, Michel Platini, Javier Zanetti, Eric Abidal e Francesco Totti.
. Bergamasco come Facchetti, l’ex centrocampista del Milan assomigliava all’ex bandiera dell’Inter e della Nazionale “per lealtà, eleganza e modi di fare”, secondo Adriano Galliani, fra gli ospiti della cerimonia assieme, Carlo Tavecchio, Beppe Marotta e Giovanni Malagò, membro della giuria con Gianfelice Facchetti e Andrea Monti.