Tre camion di armadi, arredi, suppellettili e computer. Si chiama sequestro a titolo conservativo, e Tommaso Ghirardi se li è’ visti portare via sotto gli occhi.
E’ l’esito del sequestro a titolo conservativo terminato alle 15 nella villa di Carpenedolo e disposto dal Tribunale di Brescia su ricorso dell’ex socio di minoranza di Ghirardi, Energy TI Group.
Gli ufficiali giudiziari sono arrivati questa mattina con l’obbiettivo di sequestrare beni di proprietà dell’ex presidente del Parma FC.
Il tribunale di Brescia, già il 22 ottobre aveva disposto il congelamento di un ammontare di 4 milioni e 560mila euro, a seguito del ricorso effettuato dalla compagnia di servizi energetici che nel 2014 aveva rilevato il 10% delle quote del Parma Calcio.
Oggi, il pignoramento. Il cerchio si stringe…e non è finita perché, mentre questa procedura non c’entra nulla col fallimento di Parma Fc, presto potrebbero arrivare novità anche su quel fronte: il 25 novembre prossimo infatti, il giudice prenderà in esame le domande tardive, contenute nel nuovo progetto di stato passivo elaborato dai curatori.
A inizio settembre i curatori fallimentari Anedda e Guiotto comunicarono che il Giudice Rogato aveva chiuso lo stato passivo Parma F.C con l’’importo complessivo dei crediti, ovvero la voragine di debiti che aveva inghiottito il club, ammontante ad oltre 107 milioni di euro di cui oltre 51 privilegiati con crediti non ammessi per quasi 49 milioni.
Cifre che potrebbero aumentare di altri 16milioni e 659 mila euro, toccando quota 124 milioni. Presto, molto presto qualcuno potrebbe iniziare a pagare. Davvero.