“Nessun diritto alla cassa integrazione, perché un’azienda fallita non è altro che la continuità di quella preesistente. E se non vi era diritto alla Cigs al momento del concordato, non vi è nemmeno adesso”.
I rappresentanti sindacali di Pali Italia riponevano tante speranze nell’incontro previsto per mercoledì al ministero dello sviluppo economico, ma sono rimasti tutti delusi e attoniti, gelati, compresi i curatori e la parlamentare parmigiana Patrizia Maestri, da sempre accanto ai dipendenti dell’azienda di Pizzolese.
A quanto pare, nessuna Cigs, salvo alcune misere lucette di speranza legata a un incontro della stessa Maestri, previsto per oggi al Ministero del lavoro, e alle ultime verifiche.
I lavoratori, ormai “delusi per aver lottato tanto e senza mai mollare, per niente, siamo pronti, se è l’unica soluzione, a firmare l’accordo di mobilità“. Delusi, non battuti, perché consapevoli di aver in tasca la vittoria morale e di essere simbolo di una lotta dal basso per il diritto al lavoro che altri colleghi, Cerve e Sidel in primis, stanno intraprendendo sulle loro orme.
Consapevoli di non aver mollato mai, seppur con la cinghia stretta e le toppe nei pantaloni, sempre dignitosi. Questa mattina si riuniranno in assemblea per ragionare sul da farsi, lunedì alle 15 ennesimo incontro al Ministero.
Poi, forse, la mobilità. Qualche euro in tasca, e la speranza, sempre viva “che chi ci vuole ci compri e ci rimetta al nostro posto per riportare in alto Pali Italia”. Ma, e il monito arriva da Facebook, “non si ridia l’azienda agli stessi che l’hanno distrutta”.
A buon intenditor…