“A Parma avvengono oltre 100 sfratti al mese, 140 nuclei sono in alloggi di emergenza abitativa, oltre 1000 famiglie attendono una casa popolare”.
Questi i numeri emersi dalla commissione consiliare su welfare e affini, snocciolati dall’assessore alle politiche sociali Laura Rossi. Che vorrebbe accogliere altri profughi, mentre un ex profugo, oggi medico ci dice “non c’è più posto, inutile illudere la gente”.
Francesca Devincenzi
“A Parma avvengono oltre 100 sfratti al mese, 140 nuclei sono in alloggi di emergenza abitativa, oltre 1000 famiglie attendono una casa popolare”.
Questi i numeri emersi dalla commissione consiliare su welfare e affini, snocciolati dall’assessore alle politiche sociali Laura Rossi.
Rossi che ha parlato di oltre 20mila pasti alle mense dei poveri in un anno, ed oltre 220 nuclei che vivono in strada cui il Comune cerca di far fronte con posti nei dormitori, oltre 100, e 65mila euro a bilancio per l’aiuto a chi non ha un tetto, come gli alloggi sociali.
Esplicate anche le spese sostenute dal Comune: un milione di euro per le bollette Iren, 400mila euro per il reddito minimo agli over 65, altri 400mila per sostenere gli affitti ed evitare gli sfratti, 300mila euro per le esenzioni ticket, 500mila per i tirocini formativi, con 154 persone seguite.
Ma secondo la delegata, in tutto questo “gli immigrati non delinquono e non sono un problema, poiché in regime di aiuto”. Benissimo, quindi con Parma, insieme a Reggio Emilia, realtà in Italia ad ospitarne di più. facciamone venire ancora.
Ma è uno stesso connazionale di tanti disperati a lanciare l’allarme e dire “non fatene più venire”.
“Mi chiamo Aishi, sono un un medico della Città di Parma, ho origini marocchine, sono venuto in Italia col viaggio della speranza, ma ora ai miei connazionali dico che non c’è più posto”.
Questa la denuncia di un nostro lettore che continua: “Mio padre e mia madre sono venuti in Italia che io ero piccolo, indebitandosi fino al collo per pagare un viaggio disperato prima, la scuola per me poi”. Con lontani nonni di Pegognaga, Aishi è cresciuto a Parma.
“A scuola mi guardavano male, ero il primo non bianco. E al San Benedetto facevo le medie e il liceo ero quasi uno scandalo, mio padre faceva l’operaio di giorno e il cameriere di sera, mia madre puliva scale e bagni, in casa nessuno si fidava a farla lavorare. Ma io che parlavo dialetto e prendevo tutti 10, perché ero troppo grato alla vita per non amare la scuola, sono diventato un medico anestesista, e dirò sempre grazie a loro e a Parma”.
Ma…”Ma adesso non c’è più posto. Le nuove generazioni sono di parmigiani nati poveri. O comunque meno ricchi. Il sistema dell’accoglienza straborda, non c’è più lavoro, o spazio per imparare qualcosa. Ai miei connazionali onesti dico di non puntare all’Italia, che ha un sistema economico e di Welfare al collasso. Puntate altrove, se non volete dormire in strada e rubare ai poveri per dare ai miserrimi”.
Poi, l’amara chiusura: “Io sono italiano, dopo medicina ho studiato filosofia, ho votato Pizzarotti a Parma, Renzi alle primarie. Ma a loro dico di non vendere speranze o illusione, una barriera non un atto di disumanità, ma solo di onestà. Meglio lasciare fuori chi qui starebbe male come a casa propria, chiudere la porta è più umano di illuderlo”.