Sapevano, e oltre a non vigilare hanno egualmente erogato prestiti alla gerenza della, poi fallita, Parma Motors (concessionaria Bmw di Via Spezia).
Gli inquirenti hanno sottoposto, nei giorni scorsi, a sequestro preventivo 3.899.750 euro, tra denaro e crediti, nei confronti di Unicredit e Cassa di risparmio di Parma e Piacenza, gli istituti che avevano concesso i finanziamenti tra il 2011 e il 2012. Lo rivela la Gazzetta di Parma.
Sul registro degli indagati, oltre a Franco Madella, 73enne, titolare di Parma Motors, fino al giugno 2012, anche i tre bancari (due funzionari di Unicredit e uno di Cariparma) che avevano sottoscritto le pratiche dei mutui.
L’accusa? Bancarotta aggravata dalla frode e dalla bancarotta preferenziale. Come funzionava? I mutui venivano erogati a Casalauto, altra società di proprietà di Madella con sede in Via Spezia, per l’acquisto di immobili. Poi, da Casalauto i soldi venivano impiegati solo in parte per le operazioni immobiliari, la restante parte andava a coprire i debiti di Parma Motors.
Se l’interesse di Madella è evidente, ripianare, quello delle banche secondo la procura era agevolare l’azienda “garantendosi”: i mutui gravati da ipoteca, anziché chirografari, in caso di fallimento sarebbero infatti stati considerati privilegiati.
Ma nel 2012 il fallimento. E le indagini avviate dalla Guardia di Finanza di cui questo è il primo risultato.