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Gli sfrattati occupano il Duc: “Dateci una casa”

E’ una situazione drammatica. Umanitaria e umana, prima ancora che sociale. Sono arabi, nigeriani, disperati: sono gli “sfrattati” del Residence Parmigianino di Viale Piacenza, del Residence Pineta di Collecchio, di un altro residence di Colorno. Sono i fantasmi di realtà marginali di Parma. Sei famiglie dal Pineta, una ventina di persone. Altrettante, sperse per altre case di fortuna.

Realtà di emarginazione, fame, alloggi di fortuna che ora non possono più permettersi.

Con la rete Diritti in Casa, dalle 15,30 di mercoledì occupano il Duc, pronti a “dormire qua, sempre meglio che in mezzo a una strada”. Sono gli spettri di una città che da industriale e florida è sempre più povera, e dalla sabbia della miseria ne genera solo altra.

“E’ una situazione inaccettabile, non pretendiamo abbiano una villa, ma almeno un letto” – dicono dalla Rete Diritti in Casa – saldamente accanto a donne e bambini. Loro, i piccoli. giocano con cartelli e bandiere, su e giù dalle scale, dentro e fuori dalla macchinetta per le fotografie. Non hanno nulla, null’altro. Non hanno una casa, non hanno una scatola di Lego o di Pongo, non hanno diritto all’infanzia.

C’è Taba –  “Sono a Parma da trent’anni, cosa ho fatto di male per vedermi respinto dalla mia città?”. Lo sussurra. Poi abbassa la voce ancora di più: “Mia moglie non ce la fa più. Mio figlio sta male è ricoverato a Cremona, dall,11 settembre ci cacciano via dall’albergo a Colorno. Non sappiamo dove andare. Ho chiesto perché, ci hanno detto che il Comune non può più pagare”.

C’è Joy – “Mio marito è disoccupato, io lavoro in cucina all’ospedale, 24ore a settimana.  Ho due figli, di uno e quattro anni, nati qua. Eravamo al Residence Parmigianino, poi ci hanno detto che il Comune non poteva più pagare. Ora siamo in mezzo a una strada, dormiamo in chiesa in Via Menconi, oppure nel parco. Abbiamo paura”. La casa l’hanno chiesta. “Fino al 2012 ho pagato l’affitto, poi ho chiesto la casa popolare. Ci avevano promesso Vicofertile, poi ci hanno detto che non c’è più. Vogliono almeno 14 punti sull’indice di povertà, io ne ho solo 12. Per questo siamo in mezzo a una strada, il Comune non ha soldi per noi”.

E c’è Ahid – Porta una burqua, che stride drammaticamente con i pantaloncini corti e la camicia scollata di chi la intervista. Ma è una questione umanitaria, non sociale. Non è il momento di fare la morale alla religione, di invitarla a chiedere al Dio che la “vela” di trovarle casa. “Sono divorziata, lavoro in ospedale. Abitavo in Via Tanara, in una stanzetta, con loro due. Loro due sono un bimbo timido, di 12 anni. Fa la seconda media. E una ragazzina sveglia, pimpante, somatipo italiano. “Io vado in prima superiore – racconta fiera. Noi siamo nati qua. Abitavamo prima nella residenza Santa Chiara, dallo stadio, poi quando il comune ci ha cacciato siamo andati in Via Tanara, in un appartamento, anzi uno stanzino, pieno di umidità, infiltrazioni ovunque, da muri e soffitto”. Poi “ci ha dato lo sfratto la padrona di casa” – spiega la madre – e ho chiesto la casa al comune. Ma ho solo dodici punti, il comune ne vuole 14 per darmi una casa. Dove vado? Non mi posso permettere un affitto non agevolato”.

Poi c’è Abdelmigid – “Ci hanno mandato via dalla casa occupata di Via Casa Bianca, spostandoci a Collecchio, al Pineta Residence. Ma adesso ci mandano via anche da li, senza darci spiegazioni, dicono solo che il Comune non può più pagare”. Lui non lavora, lavorava la moglie ma “abbiamo chiesto l’invalidità, ha problemi alla schiena”. La donna è accanto a lui. Ha dignità, è un essere umano prima ancora.

Ma questo welfare al collasso, in Italia prima che a Parma, non ha risorse per lei.

Aggiornamento ore 18,30 – L’assessore al Welfare, Laura Rossi, è’ in ferie. Il contatto telefonico è’ direttamente tra il sindaco e i rappresentanti della Rete Diritti in Casa: Pizzarotti promette un incontro per i prossimi giorni, gli occupanti lo vogliono subito, mentre le forze di polizia si apprestano a sgombrare con le buone o le cattive. Intorno alle 19,00 viene ufficializzato il “quantum”: gli occupanti sfollano, appuntamento venerdì alle 14,00 con il Sindaco Pizzarotti al Duc.

Per l’ennesimo capitolo di una Traviata che non appassiona nessuno.

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