Oggi dovrebbe arrivare il responso della Figc, ultimo atto per riavere il calcio a Parma. Scenari, speranze, pensieri dell’ultimo lunedì di luglio, mentre le “nuove”avversarie sono già in ritiro.
Francesca Devincenzi
Alle 19 di oggi, nel marasma di Expo e della rinascita che vuole rappresentare, verranno sorteggiati i calendari della prossima serie A. La prima senza Parma, la prima dopo il “caso Parma”, la prima di un percorso verso nuove norme di vigilanza finanziaria.
La A è la sola categoria con una geografia definita: dalla B a scendere, tra scandali scommesse e compravendite, rinunce per assenza di fondi o iscrizioni non complete, non è ancora chiaro quale faccia avranno le categorie.
A Parma non sappiamo nemmeno che faccia avrà la nostra società: Parma Calcio 1913 da una parte, con la corazzata industriale e l’organigramma definito, Magico Parma dall’altro, chiamato da Tavecchio a salvare la B, messo da parte dall’amministrazione comunale ma comunque fonte di imbarazzo per la Figc che non sa come dire”no”.
La risposta dovrebbe arrivare oggi, da parte della Federazione. Salvo ribaltoni dovrebbe toccare a Parma Calcio 1913 rilanciare il calcio in città, partendo probabilmente dalla Serie D, non sembra nei progetti degli industriali anticipare tentando un “reintegro” in Lega Pro.
Ma potrebbe non essere un male, meglio andare piano, basta non fare figuracce: non avrebbe senso una Lega Pro se non fatta per vincere subito. Ma attenzione, nemmeno la D sarà una passeggiata: tutti si corazzano, consapevoli che il Parma nel girone significa visibilità, Sky, un’occasione per mettersi in mostra, una vetrina irripetibile.
Parma da battere, ma che ancora deve ufficializzare gli acquisti e andare in ritiro. Forse a metà settimana il primo meeting, poi, in caso sia Parma Calcio 1913, forse Folgaria, tanto cara a Nevio Scala. Parma che non ha nulla da chiedere, se non un progetto serio, continuativo, senza voli pindarici ma senza crolli fragorosi.Parma che chiede solo una squadra da tifare, e un modello di calcio pulito da riportare nel mondo.
Come quello che Nevio Scala mise sul tetto d’Europa, in una notte di Wembley, in una notte di primavera, in un sogno che Parma vorrebbe vivere ancora.