Ammonta a 68 milioni 650 mila euro il debito non sportivo di Parma Fc. Un buco clamoroso, stabilito nel tardi pomeriggio di lunedì dal giudice Rogato dopo l’udienza di verifica nella tarda mattinata.
Per il debito sportivo, invece, si dovrà attendere la nuova udienza del 3 settembre: è’ tutto da riconteggiare rielaborando le cifre sfalciate “senza pietà” quando ancora si cercava di salvare la permanenza in serie B.
Ma torniamo ai 68erottimilioni. Una cifra da capogiro, di cui i privilegiati, lavoratori dipendenti non sportivi e imposte varie in primis, hanno crediti per 17 milioni 266mila euro.
Di questi, oltre undici sono debiti verso Equitalia, poco più di 600 rispettivamente per Parma Gestione delle Entrate e INPS.
I chirografari sono invece quasi 46 milioni, compresi i cinque dell’utilissimo “Salva Parma”, voluto da Tavecchio e Lega. Ma anche qualche manciata di centinaia di migliaia di euro per Tep, Parma Infrastrutture, vigili del fuoco, teatro Regio.
Ma anche hotel, centri medici, procuratori sportivi e società a loro riconducibili, piccole società giovanili e dilettantistiche. Poi Ausl, Sky e perfino un investigatore privato (qualcosa in meno di 50mila euro).
E chi più ne ha, più ne metta. Basti dire che sono 79 pagine di “lista di debito”.
Poi ci sono gli “esclusi”: 4 milioni 200mila euro, tra cui le richieste degli ex membri del collegio sindacale tacciati di “aver svolto le mansioni in modo non consono alla legge e senza la dovuta diligenza omettendo la dovuta vigilanza ” di e quella della società di revisione dei conti, la Pricewaterhouse Coopers S. p. a, accusata di non aver vigilato, se non marginalmente, non rendendosi conto della reale situazione debitoria.