Tizzano Val Parma: 35 km di curve per un angolo di fresco sopra Parma.
Qui è nato Aldo Pietro Ferrari, il faccendiere vittima di una rapina con aggressione annessa mercoledì notte nella sua villa di Madregolo.
Qui tutti lo conoscono. Ma nessuno muore dalla voglia di parlarne.
È’ un paesone, Tizzano. In piena Val Parma, tra le curve e i saliscendi. Entrando, la villa di Fabio Fabbri, avvocato e senatore PSI di vecchia data. Poi due curve, altre due, una salita e una discesa, in mezzo qualche casa, poi il centro, i Carabinieri, una campo da calcio, il casermone dove le suore portavano in colonia i bambini. Salita, discesa, il municipio. Intorno casette e villine, tra su e giù, la piscina e l’Arena dei Pini, la disco.
Tra verde e colline si conoscono tutti: chi ci è’ nato, chi ci sverna l’ultima fase di vita, chi ci torna nel week ed, figliol prodigo che ha fatto carriera in città.
Tutti montanari, dignitosi, zucconi, un po’ “chiusetti”, figli della terra e della zappa.
Qui Aldo Pietro Ferrari, il faccendiere aggredito legato e rapinato nella sua villa di Madregolo mercoledì notte lo conoscono tutti. Come la sua storia, fatta di arresti, uno anche su mandato dal Portogallo per truffa e associazione a delinquere, fallimenti ingiunti dal Tribunale alla sua società di intermediazioni finanziarie per debiti con Equitalia, evasioni fiscali a vario titolo.
Non un santo insomma, non l’uomo che ogni madre chioccia vorrebbe per la figlia. E nemmeno il compaesano che qui vorrebbero.
Basta fare il suo nome e le persone scappano. “Certo che lo conosciamo, lei no?” – è’ la risposta standard.
Un uomo esce dal bar, in mano un bianchino, ha più voglia di parlare: “Da come lo hanno trattato, legato, imbavagliato è lasciato lì era più di una rapina. Secondo me sa anche chi è’ stato, cercavano qualcosa”.
Arrivano gli amici, è’ ora delle carte. E di non parlare più. “Lo scriva sa che noi siamo brava gente” – implora una signora, a piedi, con più passato che futuro. “Conoscevo i suoi, pace all’anima loro”.
Di più, nessuno dice. Tutti ne conoscono storia e volto, forse ne hanno fatto argomento da Bar e da sosta in giardino, ma meglio che i giornali dimentichino.
Mentre la squadra mobile, che poco più di un anno fa aveva bussato alla sua porta per arrestarlo, ora indaga in modo silente e serrato. Che non fosse una rapina in villa come tante, è stato chiaro dal primo minuto.