Dalle prime ore di questa mattina i carabinieri stanno eseguendo, in emilia romagna e lombardia nuove ordinanze di custodia cautelare emesse, su richiesta della procura distrettuale antimafia di Bologna, nei confronti di 9 soggetti, tre dei quali esponenti della ‘ndrangheta emiliana attiva nelle province di Reggio Emilia, Parma, Piacenza e Modena ed operante anche in quelle di Verona, Mantova e Cremona.
Decine le perquisizioni in corso in varie aree del territorio nazionale, anche a carico di liberi professionisti.
Tra gli arrestati, ritenuti responsabili di trasferimento fraudolento di valori e reimpiego in attivita’ economiche di denaro, beni ed altre utilita’ provento delle attivita’ illecite della cosca, anche insospettabili prestanome.
A Parma, i tre arrestati sono tutti riconducibili a Michele Bolognino.
Contestualmente e’ in corso di esecuzione un imponente sequestro di societa’, beni ed attivita’ commerciali nella disponibilita’ diretta della cosca, per un valore complessivo di oltre 330 milioni di euro.
Sequestrati, nella nostra città, anche un Ristorante ed una Discoteca.
Al centro delle indagini, condotte dai carabinieri dei comandi provinciali di modena e parma nonche’ dal r.o.s. di roma, l’infiltrazione della ‘ndrangheta emiliana, articolazione della cosca “Grande Aracri” di Cutro (kr), nel tessuto economico nazionale, oltre che locale, attraverso la costituzione di varie societa’ di capitali.
I DETTAGLI – Il provvedimento odierno conseguentemente colpisce alcuni sodali al centro dell’attività di reimpiego, le aziende infiltrate e i relativi prestanome.
Le misure personali previste dall’ordinanza:
custodia cautelare in carcere per GRANDE ARACRI Nicolino1, DILETTO Alfonso2, BOLOGNINO Michele3 e VECCHI Giovanni4;
arresti domiciliari per BOLOGNINO Domenico5, DILETTO Jessica6, SPAGNOLO Francesco7, PATRICELLI Patrizia8 e ABDELGAWAD Ibrahim Ahmed9.
Tutti indagati, a vario titolo e in concorso tra loro, per il reato di cui all’art.12 quinquies L. 356/92 (trasferimento fraudolento di valori), con l’aggravante di cui all’art.7 L.203/91 per aver agito al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa.
Agli indagati DILETTO Alfonso, VECCHI Giovanni e PATRICELLI Patrizia è altresì contestato l’art.648 ter c. p. (impiego di denaro, beni o utilità di illecita provenienza), con l’aggravante di cui all’art.7 L.203/91 per aver agito al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa.
La misura cautelare ha inoltre disposto il sequestro preventivo delle seguenti società di capitale e di tutti gli elementi patrimoniali connessi (quote societarie, beni strumentali, conti correnti ed autorizzazioni all’esercizio dell’attività concesse dalle Autorità competenti, ecc.):
“Consorzio Europa”, con sede in Brescello (RE);
“SAVE Group S. r. l.”, con sede in Montecchio Emilia (RE);
“SAVE Engineering S. r. l.”, con sede in Montecchio Emilia (RE);
“Impregeco S. r. l.”, con sede in Roma;
“SAVE International LTD”, con sede a Birzebbuga (Malta);
“Immobiliare BG S. r. l.”, con sede in Reggio Emilia, con diversi immobili in particolare: in Parma località Fognano via Zamenhof Ludovico Lazzaro n. 03; in Parma via Parisi Druso n. 04; un terreno sito in Parma;
“Immobiliare Prestigio S. r. l.”, con sede in Parma; cui si annovera l’immobile sito in via Lombardini n. 5 riportato al catasto di Parma;
“Platino Immobiliare S. r. l.”, con sede in Modena;
“D. S. Costruzioni S. r. l.”, con sede in Brescello (RE),
tutte riconducibili a DILETTO Alfonso, nonché della discoteca “La Para” sita in località Baganzola di Parma, riconducibile a BOLOGNINO Michele.
L’interesse diretto di Nicolino GRANDE ARACRI è emerso in relazione alla “SAVE Group S. r. l.”, alla “SAVE Engineering S. r. l.”, alla “Impregeco S. r. l.” ed alla “SAVE International LTD”.
In sintesi, dalle indagini sono emersi ulteriori significativi elementi circa la posizione apicale rivestita, tra gli altri, da DILETTO Alfonso, collettore di risorse economiche provenienti anche dalla cosca calabrese che faceva confluire in diverse società operative nel settore degli appalti, non solo privati.
Tra le società oggetto del sequestro spiccano la SAVE Group s. r. l., la SAVE Engineering s. r. l. di Montecchio Emilia (RE) e la Impregeco s. r. l. di Roma, soggette al potere di direzione gestionale e di impulso economico-finanziario di DILETTO Alfonso, il cui consenso era indispensabile per le decisioni di rilievo sostanziale adottate dagli organismi societari.
Nel caso della SAVE International LTD, con sede a Malta, il DILETTO risulta addirittura formalmente coinvolto nell’attività di gestione, probabilmente convinto di potersi sottrarre all’eventuale aggressione patrimoniale da parte degli organi di giustizia italiani.
I collegamenti tra le società e la loro riferibilità ad un unico soggetto economico sono oltremodo avvalorati da significativi flussi finanziari tra SAVE Group, da un lato, e SAVE Engineering ed Impregeco, dall’altro, flussi gestiti con la complice cointeressenza dei prestanome VECCHI Giovanni e PATRICELLI Patrizia, pienamente a conoscenza della riferibilità delle società a DILETTO Alfonso e anche, per il suo tramite, a GRANDE ARACRI Nicolino. VECCHI e DILETTO avevano iniziato a palesare interessi imprenditoriali anche a Parma, al fine di rilevare talune società immobiliari. Parma era diventata il luogo in cui ampliare gli “investimenti” commerciali.
Le attività di p. g. hanno riguardato anche la posizione di BOLOGNINO Michele, inserito ai vertici nella medesima compagine criminale, anch’egli emerso come referente di attività economiche di derivazione illecita. Pure rileva, dopo il suo arresto, la persistente gestione delle sue attività da parte di terzi come ABDELGAWAD.
Le condotte dei prestanome BOLOGNINO Domenico, ABDELGAWAD Ibrahim Ahmed, DILETTO Jessica e SPAGNOLO Francesco sono state connotate da attualità ed univocamente protese alla prosecuzione delle attività imprenditoriali. BOLOGNINO Michele, coadiuvato dal figlio Domenico e dall’ABDELGAWAD titolare della “Italgitto” di Reggio Emilia (import/export autovetture), gestiva di fatto il ristorante “Ariete” di Parma via Milano, e attraverso altri tre soggetti la Discoteca “La Para” di Baganzola via Nabucco 8.
Da notare che il bar ristorante “Ariete” aveva in precedenza l’insegna di “Bar Ristorante Pizzeria “Spaghetti e Mandolino Cafè” ed era gestito direttamente da DILETTO Alfonso (fino al 2013) attraverso la società “Consorzio Europa”. E’ eloquente come il passaggio di proprietà sia avvenuto tra DILETTO e BOLOGNINO al prezzo di euro mille.
Il ristorante Ariete veniva poi venduto, verosimilmente a seguito dell’arresto di BOLOGNINO nella precedente operazione AEMILIA, nel corso del 2015 ad una terza persona completamente estranea ai fatti.
Ed è indagando sul locale che i CC del Nucleo Investigativo di Parma e Modena hanno documentato nell’ottobre 2014 un importante incontro decisionale sulla gestione ed i proventi del locale tra BOLOGNINO Michele e Domenico, MEGNA Mario (che giungeva dalla Calabria) e VERTINELLI Palmo.
BOLOGNINO Michele, nel periodo della gestione dell’Ariete, aveva iniziato ad estendere i suoi interessi anche verso la nota discoteca “Free” (ex Astrolabio), non decollata per problematiche di licenze comunali, facendosi anche ritrarre dalla stampa locale per perorare la pretesa liceità delle autorizzazioni.
Nel contesto delle indagini erano già stati registrati chiari segnali di preoccupazione da parte di DILETTO Alfonso che temeva di subire un sequestro patrimoniale, segnatamente in concomitanza con il sequestro dei beni di GRANDE ARACRI Francesco, fratello di Nicolino, eseguito nel novembre 2013 e qualche giorno fa giunto a confisca.
Nel contesto dell’operazione è stata altresì eseguita una misura di prevenzione patrimoniale a carico di VERTINELLI Palmo, anch’egli arrestato in gennaio nell’operazione “ÆMILIA” per associazione di tipo mafioso, fittizia intestazione di beni, riciclaggio ed altri reati dalla finalità mafiosa. Il provvedimento, che integra un precedente sequestro beni per 9 milioni di euro eseguito dal R. O. S. il 24 febbraio 2015, ha colpito ulteriori 2 aziende (la Vertinelli s. r. l., impresa edile operante nel territorio di Reggio Emilia e Crotone, e l’Edilizia Costruzioni Generali s. r. l., collegata agli stessi operatori economici), 54 beni immobili, 12 autoveicoli e 20 tra rapporti bancari e finanziari. L’indagine patrimoniale, anche in questo caso, ha accertato l’illecito accumulo di ricchezze e i tentativi del VERTINELLI di dissimulare le disponibilità economiche per eludere l’applicazione delle misure di prevenzione di carattere patrimoniale previste dalla normativa antimafia.