Bancarotta Medeghini: nella conferenza della Guardia di Finanza di Brescia, i dettagli. E una notizia che tocca da vicino la nostra città, e non solo perché l’azienda aveva uno stabilimento nella zona Fiere: sotto indagine sono finiti anche tre dipendenti di Banca Monte Parma e Unipol Banca.
Che Banca Monte fosse vicina alla famiglia Medeghini non è una novità: quando Angelo acquistò il Parma insieme a Ghirardi, fu l’istituto che finanziò e appoggiò l’operazione, fungendo anche da sponsor e da veicolo per alcune operazioni commerciali.
E, a quanto pare, dunque, l’Istituto di credito, come Unipol, era vicino allo stabilimento caseario e alle sua attività nella filiale di Parma, un imponente capannone visibile all’autostrada nell’area fiere, poi ceduto alla “Mulino Alimentare”: tre funzionari sono stati iscritti nel registro degli indagati, insieme ad altre 17 persone, per concorso in bancarotta fraudolenta patrimoniale.
Un default da oltre 600 milioni di euro, figlio di “raffinate consulenze finanziarie”, rapporti con oltre 50 istituti di credito e una rete di poco meno di 100 aziende riconducibili alla famiglia: 21 di esse, nel corso degli anni, fallite. Forse, anche la Kome stessa, dell’ex vicepresidente gialloblù.
L’operazione della guardia di finanza è durata oltre due anni, e ha visto impegnate oltre 40 uomini tra Parma, Brescia e Bologna. Portando, appunto, all’arresto dei due fratelli Medeghini e al sequestro di 4,2 milioni alla famiglia.