E’ stato fissato per il 21 luglio un tavolo presso il Ministero dello Sviluppo Economico a Roma per dirimere la “questione” Pali Italia.
E’ stato fissato per il 21 luglio un tavolo presso il Ministero dello Sviluppo Economico a Roma per dirimere la “questione” Pali Italia.
Al tavolo si accomoderanno, oltre ai sindacati ed ai rappresentanti del ministero stesso, la “papabile” futura proprietà.
Ovvero? Ovvero quella cordata di imprenditori locali che ha già presentato un offerta concreta e tangibile per rilevare, in affitto di ramo d’azienda, lo stabilimento di Parma, concordando una riassunzione di almeno il 60% della forza lavoro.
Almeno, perché se tutte le trattative commerciali già ben avviate per il ripristino del lavoro si chiuderanno come auspicato, si potrà ottenere una riassunzione del personale pari al 60% dei dipendenti attualmente a spasso. Con buona soddisfazione del Giudice Fallimentare, che risparmierà di sancire l’ennesimo fallimento di una realtà locale, di sindacati, lavoratori e curatori.
Insomma, di tutti. Indotot compreso.
Ovvero…resta solo una domanda. Cosa si aspetta per far ripartire una delle realtà più importanti di Parma, per ridare da mangiare alle famiglie e da respirare al settore?
Se lo chiede la proprietà subentrante, se lo chiedono i lavoratori. Se lo chiede un settore produttivo che potrebbe rialzasi, ma si trova davanti muri innalzati, anziché facilitazioni per chi vorrebbe creare lavoro e reddito.
Perché?