Per Marcello Frattini e Fernando Villani, due dei dieci vigili finiti sotto inchiesta per il caso Bonsu, si torna in appello. Una vicenda giudiziaria lunga, quella del ragazzo di colore finito in caserma insieme a due minorenni per un’operazione antidroga e uscitone con un occhio pesto, che sembra non vedere la luce.
Per Marcello Frattini e Fernando Villani, due dei dieci vigili finiti sotto inchiesta (e unici due a scegliere il rito abbreviato) per il caso Bonsu, si torna in appello. Una vicenda giudiziaria lunga, quella del ragazzo di colore finito in caserma il 28 settembre 2008 insieme a due minorenni per un’operazione antidroga al Parco Falcone e Borsellino e uscitone con un occhio pesto, che sembra non vedere la luce.
I due vigili, pur essendo stati condannati con la sospensione condizionale della pena rispettivamente a 2 anni, 2 mesi e 20 giorni e a 1 anno e 10 mesi erano stati assolti dall’accusa di sequestro di persona. Ma giovedì la Cassazione ha invalidato la sentenza, per il suddetto reato, rimandando i due davanti alla Core d’Appello di Bologna.
Mentre ha reso definitive le condanne per lesioni aggravate e per, in parte, i reati di falsità ideologica e confermate le provvisionali da parte dei due ex agenti (5.000 euro a testa) al Comune, che in questo filone processuale era stato ammesso come parte civile, la Cassazione ha bocciato la condanna di Frattini per violenza privata aggravata dalla discriminazione razziale, e ha annullato quella di Villani per tentata violenza privata e calunnia, rinviando a una nuova valutazione da parte dei magistrati bolognesi.
Un appello bis dunque per i due, che avevano scelto il rito abbreviato. Ma dovranno tornare in aula proprio come gli altri otto colleghi, che hanno scelto il rito ordinario.