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Visilab, al Campus la festa per un progetto made in Parma che vola negli USA

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Prima il mistero. Poi la diffusione della notizia. Infine, la festa.

Venerdì  il “giorno di festa” al Campus universitario, come lo hanno definito in molti durante la conferenza stampa appositamente convocata. L’acquisizione del Vislab da parte dell’azienda americana Ambarella, per 30 milioni di dollari, è un fatto importantissimo “sia per l’Università che per la città”, lo ha detto il rettore Loris Borghi.

Borghi introducendo la presentazione di questo risultato raggiunto ci tiene a sottolineare “la ferma volontà e l‘attaccamento al territorio del professor Broggi (professore dell’università e Ceo del Vislab)”. Già, perché “l’azienda ha acquistato Vislab ma viene a radicarsi al Campus, resta tutto incardinato nell’Unipr”, sottolinea più volte il rettore. Ed è al Campus che Loris  Borghi in tempi non sospetti, racconta lo stesso, era venuto per curiosità, perché aveva sentito parlare di Broggi e del suo team e un giro sull’auto che ‘si guida da sola’ lo voleva proprio fare: “Così una volta effettuata una ricognizione del Campus chiesi anche di uscire ma mi venne spiegato che se ci fermavano i vigili il verbale sarebbe stato assicurato non essendoci nessuno alla guida”. Qualche mese dopo il professor Broggi tornò dal rettore, ma non per proporgli un altro giro sulla Deeva: “il prototipo è al punto tale da poter essere commercializzato e c’è forte interesse intorno a questa invenzione, innovazione”. Quel forte interesse di importanti aziende, sette mesi dopo si è concretizzato con l’acquisizione del Visalb da parte di un gigante della Silicon Valley quotato al Nasdaq.

“Nel 2008 l’Università di Parma aveva investito 500 euro su questo progetto”, sorride il rettore annunciando che dal mese di ottobre inizieranno i lavori per la costruzione di nuovi laboratori all’interno del Tecnopolo, da compiersi circa entro un anno. Qui verranno ospitati i circa 30 ricercatori, cresciuti nel dipartimento di ingegneria dell’informazione dell’Unipr, assunti dall’americana Ambarella e gli stessi statunitensi che verranno a Parma. Una ricaduta occupazionale importante, possibilità di sviluppare un indotto nel futuro prossimo e più in generale un un arricchimento per l’università. E’ vero che il Vislab è una società privata e che la sua invenzione per essere commercializzata aveva bisogno di un’azienda importante ma il profitto per l’università, lo ha spiegato sempre Borghi, è di 2 milioni di dollari da investire sugli studenti e nella ricerca.

11121113_1620127911569578_640838346_nIl professor Alberto Broggi ha voluto sottolineare il lavoro di tutti “all’interno del gruppo per il gruppo” e ha spiegato come la sinergia tra le due aziende sarà formidabile. Perchè? Molto semplice. Ambarella produce silicio per hardware e il Visalb algoritmi – software. La complementarietà è assicurata. “Il nostro sistema è diverso da quello di Google (l’altro esistente per la guida automatica, ndr) – spiega Broggi – loro usano una tecnologia laser abbastanza costosa, noi usiamo telecamere con una tecnologia meno costosa. Quello che ci serviva era un hardware per il nostro sistema. Tra i Ceo delle due parti c’è stata identità di vedute. Ambarella investirà su di noi e lo farà a Parma”.

Per Gino Gandolfi, docente di economia dell’Università che ha affiancato il Vislab per quanto riguarda l’aspetto finanziario della transazione “oggi è un giorno importante per il nostro Paese”. “Ambarella ci è piaciuta da subito – continua Gandolfi – hanno dimostrato grande sensibilità e ci hanno detto di sì a tutto, una conferma delle immense prospettive che ha la tecnologia sviluppata da Vislab. C’è anche da dire che questa azienda investe un terzo dei suoi guadagni in ricerca“.

Anche Marco Vagnozzi, presidente del Consiglio comunale è intervenuto augurandosi che “questa sia la scintilla per far partire in città un altro tipo di industria e di sviluppo oltre quello della rinomata Food Valley. Creiamo un nuovo business e un nuovo modo di sviluppare la città”.

Infine, la Silicon Valley a Parma, “è lo starter di Master Campus strategy. Portiamo le aziende che noi scegliamo all’interno dell’Università, oltre ad Ambarella in questi giorni stiamo parlando con altre due realtà italiane”, ha concluso il rettore Loris Borghi.

 

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