“Raggiunta l’intesa tra Regione Emilia-Romagna e gestori degli impianti di termovalorizzazione Hera e Iren: tutti d’accordo nel limitare l’utilizzo degli impianti dimensionati per assicurare esclusivamente l’autosufficienza regionale, secondo le esigenze dei rispettivi ambiti territoriali di gestione”.
L’annuncio arriva da Bologna. Di fatto, i rifiuti urbani, da fuori Regione, “potranno essere trattati, nei limiti delle autorizzazioni esistenti o risultanti dalle valutazioni di impatto ambientale, esclusivamente per eventuali emergenze di durata limitata in un’ottica di solidarietà fra territori previa autorizzazione della Regione Emilia-Romagna”.
Il quid e le conseguenze le spiega Paola Gazzolo, assessore regionale all’ambiente: “Con quest’accordo si superano le preoccupazioni dei cittadini e degli Enti locali conseguenti alle applicazioni dell’art. 35 del decreto Sblocca Italia”. “Stiamo dialogando con il Governo e i nostri parlamentari affinché una nuova strategia nazionale di gestione dei rifiuti si ispiri a questo senso di responsabilizzazione dei territori e delle aziende”.
Ma resta la partita dei rifiuti in arrivo dalle province emiliano-romagnole, da Piacenza e Reggio Emilia in primis. E l’accordo Regione-Iren apre la porta di Ugozzolo proprio a questi rifiuti.
MANIFESTAZIONE CONTRO GLI INCENERITORI – Intanto domani a Parma è in programma la manifestazione “Nessun Dorma”, contro tutti gli inceneritori d’Italia.
Il comitato lo ricorda con una nota:
“Chi dormirà domani?
L’11 luglio a Parma contro tutti gli inceneritori d’Italia
Nessun Dorma, un titolo suggestivo che si ripromette di risvegliare l’attenzione su una lunga guerra che ha visto svolgersi molte battaglie, ma il cui esito è ancora incerto.
Stiamo parlando dell’inceneritore di Parma, che emana esalazioni a pochi chilometri da piazza del Duomo.
Gli interessi, il business, hanno fatto sì che il “mostro” fosse completato e messo in funzione.
Parma, la sua amministrazione e i suoi fieri cittadini, hanno quindi imbracciato l’arma della resistenza attiva.
Vogliono bruciare? Togliamo loro il carburante.
La raccolta differenziata, pur tra mille difficoltà, è stata la battaglia che ha visto vincere i cittadini e porre in ginocchio il gigante fragile, sottraendogli preziosa materia che invece che bruciare riprende la strada del riciclo e torna ad essere tale.
Così, buttata via la finzione dell’opera utile e amica e che tutto risolve, oggi il camino si rivela per quello che è, una speculazione che non esita a calpestare il principio di prudenza e chiede il nulla osta a bruciare rifiuti da tutta Italia, riempiendo così al massimo la sua bocca vorace, grazie allo Sblocca Italia ed al suo sciagurato articolo 35.
Ma Parma, e l’Italia, non ci stanno.
Il Comune, le associazioni ambientaliste, i Comuni Virtuosi e tutti coloro ai quali sta a cuore la salute della persone e dell’ambiente che viviamo, sfileranno l’11 luglio a Parma per riaffermare il primato del cittadino sugli utili delle aziende, per dire no all’ennesimo sopruso.
Il no a questa sciagurata ipotesi è forte e determinato e le vie del centro risuoneranno di voci che intendono salvare non solo Parma ma tutta l’Italia afflitta da questi impianti inutili e desueti.
E arriveranno non solo dalla provincia, ma anche da tutta la regione e da altre parti d’Italia, perché è una battaglia che accomuna tutti i cittadini che aspirano a vivere in un ambiente sano.
Ci saremo anche per salvare ciò che resta della food valley, anche per parlare al posto degli industriali dell’agro alimentare che non hanno il coraggio di esprimere il loro disappunto.
Ci saremo anche alla luce degli studi epidemiologici sull’inceneritore di Vercelli che hanno messo in luce i danni enormi alle popolazioni residenti vicine al camino.
Questi impianti devono chiudere.
A domani, e che nessun dorma”.