Riceviamo e pubblichiamo
“Nell’ambito dell’inchiesta sulle “spese pazze”, con molta sofferenza e disattendendo alle indicazioni del mio collegio difensivo, ho maturato la decisione di inoltrare richiesta di patteggiamento.
Mi vengono contestati rimborsi chilometrici (tutti tracciati da telepass), pranzi e cene (in pizzerie e trattorie, con menù a prezzo fisso o comunque di poche decine di euro a coperto), oltre al rapporto di consulenza di cui mi sono avvalso per la preparazione di n. 237 atti (progetti di legge, interrogazioni e risoluzioni), su un totale complessivo di n. 469 depositati in Regione nella sola legislatura 2005-2010 (pari al 300 % di atti in più rispetto alla media degli altri consiglieri).
Le contestazioni investono praticamente tutti i miei rimborsi, ad eccezione delle partecipazioni alle cerimonie annuali dei carabinieri, dei Vigili del Fuoco, e poco altro.
Per me, come per tutti, si pone il grande tema dell’inerenza delle spese con l’attività svolta.
La gran parte dei miei rimborsi chilometrici riporta la causale “Incontro con cittadini”, oppure “Incontro con consigliere comunale di …… (es. Salsomaggiore)”; ed analoga indicazione è presente nelle ricevute delle cene: “cena con consigliere comunale di … . (es. Calestano)”; causali che i Revisori dei conti avevano ritenuto corrette ed in linea con i criteri che la Regione si era data.
In tutti questi casi mi è stata elevata la seguente contestazione: “La richiesta di rimborso è generica e priva della giustificazione che la metta in diretto collegamento con l’attività del consigliere con non meglio individuati cittadini”, oppure: “… con non meglio identificati amministratori locali”.
Per le consulenze, ogni fattura riporta in dettaglio l’attività svolta, che trova puntuale riscontro con gli atti depositati in Regione, ed in sede di indagini difensive sono state raccolte le deposizioni di diverse persone, tra cui funzionarie dell’Ufficio legislativo della Regione che hanno prodotto la corrispondenza intrattenuta con la consulente, confermando di aver trattato direttamente con lei emendamenti e modifiche alla bozza dei testi di legge.
Per le cene sono state depositate decine di dichiarazioni ed una memoria difensiva in cui sono stati indicati i nominativi degli amministratori locali presenti (anche perche in molti comuni la Lega Nord esprimeva un solo eletto, quindi mi è stato facile risalire al nominativo del consigliere comunale in questione); ma per gli “incontri con i cittadini” l’operazione mi è risultata pressoché impossibile.
Negli anni ho fatto come Consigliere centinaia di incontri con i cittadini, prevalentemente presso le sedi della Lega Nord (premurandomi di “tracciare” sempre i viaggi con il telepass), ma mi è impossibile ricostruire per ogni data chi erano le persone incontrate e l’argomento trattato.
La valutazione dell’inerenza o meno delle spese (e la prevalenza dell’elemento politico o di quello partitico), è materia estremamente soggettiva; quando mi sono recato a Monza per partecipare all’inaugurazione della sede decentrata di alcuni ministeri (su invito dell’allora Ministro Calderoli), ero convinto si trattasse di attività inerente, ma tale non è stata ritenuta sul presupposto che: “la richiesta di rimborso è riconducibile ad un’attività del partito di riferimento”; ed anche quando mi recavo ad incontrare dei parlamentari ero convinto di svolgere attività inerente al mio ruolo, ma tutto è stato contestato perché: “La richiesta di rimborso è generica e priva della giustificazione che la mette in diretto collegamento l’attività del consigliere con il deputato, potendo ricondurre la spesa ad un’attività politica del partito di riferimento”.
Mi auguro che per tutti i restanti imputati l’iter processuale possa concludersi con sentenze che riconoscano l’inerenza delle spese e la legittimità dei criteri di rendicontazione applicati in Regione Emilia-Romagna; ma con un figlio piccolo non potevo rischiare “giocarmi” sull’inerenza una condanna per un reato che prevede una pena fino a dieci anni”.
Luca Corradi
Ex Consigliere Regionale Lega Nord