“Il primo serio e concreto campanello d’allarme delle difficoltà in cui si trovava il Parma è arrivato esattamente un anno fa con l’esclusione della nostra squadra dalla competizione in Uefa. Da quel momento in avanti abbiamo assistito a giri di valzer con invocazioni di ritorno del presidente Ghirardi e l’accavallarsi di personaggi che fino a qualche anno fa, con semplicità, sarebbero stati accompagnati all’imbocco dell’autostrada. Le uniche azioni compiute sono state quelle di non volersi accorgere del debito milionario verso il Comune che gravava sulla società e accreditare personaggi sempre più imbarazzanti.
Personalmente fino ad oggi in questa vicenda ho preferito rimanere sostanzialmente in silenzio, ripromettendomi di evitare qualsiasi speculazione politica nella consapevolezza che c’era chi stava lavorando per avere la possibilità di dar vita a nuovo modello di calcio. Il risultato oggi sotto gli occhi di tutti è, date le condizioni di partenza, l’unico possibile e, mi spingo a dire, auspicabile. Ritenere che qualcuno potesse ripianare debiti così rilevanti per consentire alla squadra di ripartire dalla serie B è stato quanto meno ottimistico; la verità è che se questa opzione si fosse concretizzata non avrebbe rappresentato il bene della città a causa di costi insostenibili da sostenere per subentrare alla guida della società.
Di fatto la serie D rappresenta una concreta possibilità per rilanciare Parma non solo dal punto di vista sportivo, ma anche morale ed etico. Due distinte cordate di seri imprenditori parmigiani stanno in queste ore cercando di far sì che si possa ripartire da un modello di Calcio sostenibile che faccia dell’etica sociale un valore vero. Eppure è bene che si sappia che nulla di tutto questo è scontato.
Il titolo sportivo in questo momento è nelle mani del Sindaco e abbiamo una settimana per decidere come procedere e consegnare un voluminoso dossier, la lettera di patrocinio e fissare le regole per la concessione dello stadio. Peccato che il Sindaco in questo momento sia negli Stati Uniti in altre faccende affaccendato. È lui che in questo momento ha il pallino in mano ed è sempre lui che adesso dovrebbe scegliere di occuparsi della sua città e tornare prontamente, perché la partita che adesso dobbiamo giocare non si gestisce via Facebook.
È adesso che si devono prendere le decisioni e che si devono fare tutti gli atti che possano garantire una sicura ripartenza dalla serie D. Per quanto mi riguarda se c’è una reale volontà di condivisione sono pronto a fare la mia parte, ma è bene essere consapevoli che ulteriori dilazioni in una vicenda che già per troppi mesi si è stancamente trascinata non avrebbe altro effetto se non quello di allontanare ancora una volta le persone serie dalla squadra, trasformando un’occasione di riscossa in un ennesimo pasticcio made in Parma”.
Roberto Ghiretti
Parma Unita