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Per fare un bambino ci vuole un asilo: comitato contro la Paci. “Mente sapendo di mentire”

“Prendo atto delle lamentele genitori della materna statale “Zanguidi” e del nido comunale “Zucchero Filato”, che hanno ovviamente trovato immediato “ascolto” da parte di alcuni gruppi consiliari di minoranza, per gli spostamenti temporanei imposti dai lavori di ristrutturazione del plesso di via Torrente Pessola, lavori sui quali solo alla fine del mese di aprile abbiamo avuto conferma che si sarebbero resi necessari per garantire la sicurezza antisismica dell’edificio. Non si poteva quindi prevedere un intervento in tempi diversi da quelli ora stabiliti, che fissano alla fine dell’anno la data di ultimazione del cantiere.

Sgombrato il campo da equivoci sui tempi, vorrei poi ribadire che il giorno 11 giugno, insieme all’assessore Alinovi, ho incontrato i genitori dei bambini che già frequentano la materna statale Zanguidi e il nido comunale Zucchero Filato. Li abbiamo informati sul calendario dei lavori e sugli spostamenti temporanei che abbiamo dovuto programmare nostro malgrado. E ho già convocato i nuovi iscritti per mercoledì prossimo 24 giugno presso il Teatro della scuola primaria la Scuola Martiri di Cefalonia di via Pelicelli.

Per la materna abbiamo individuato soluzioni in plessi non lontani da quello di via torrente Pessola, mentre per l’asilo nido abbiamo dovuto fare ricorso all’ospitalità di una sezione in via Cuneo, in quanto non c’era la possibilità di mantenere tutte le sezioni in un’unica struttura e abbiamo ritenuto di privilegiare la continuità educativa, collocandoli in una struttura adeguata ad accogliere l’intera sezione.

Per i nuovi iscritti abbiamo anche previsto la possibilità – se le famiglie lo ritengono preferibile – di posticipare l’inserimento all’asilo nido nel mese di gennaio 2016, consentendo loro di evitare disagi legati allo spostamento temporaneo e di non pagare la retta per i mesi di attesa.
Infine, per la materna stiamo valutando la possibilità di istituire un bus per il trasporto dei bambini nelle nuove strutture da settembre a dicembre.

Lasciando da parte le polemiche strumentali (e in qualche caso politicamente interessate) concludo ricordando che a fronte di tre mesi di un piccolo disagio, le famiglie potranno avere la tranquillità di sapere che i loro bambini saranno ospitati in una struttura più accogliente e sicura”.

Sic dixit Nicoletta Paci.

Pesantissima la replica del comitato “per fare un bambino ci vuole un asilo”, tramite il proprio profilo facebook:

“La Vicesindaco Paci mente sapendo di mentire.
Di fronte ad affermazioni del genere non c’entrano più i discorsi degli ultimi mesi: la progettualità, le modalità di riorganizzazione del servizio, le rette, ecc. E ovviamente non bisogna nemmeno mettersi a discutere della sicurezza dei bambini e della continuità educativa: è ovvio che vadano privilegiate. Qui bisogna dissolvere il fumo e interrogarsi prima di tutto sui fondamentali: la competenza, la lealtà e la trasparenza dell’amministratore nel rapporto coi cittadini. Prima ancora di entrare nel merito delle scelte che compie.

“Solo alla fine del mese di aprile abbiamo avuto conferma”

Innanzitutto, l’ammissione tra le righe sui tempi dell’operazione. A fine aprile la “conferma” di un intervento già in programma da mesi: forse, stando alle dichiarazioni rese ad alcuni genitori, addirittura da gennaio, prima che venisse pubblicato il bando. In tutti questi mesi la dott.ssa Paci, invece di rendere partecipi le famiglie all’eventualità di una chiusura temporanea del plesso, ha colpevolmente taciuto. Perché?

“Con i genitori confronto aperto da tempo”
La lettera di convocazione è arrivata ai genitori solo il 9 giugno per l’11, a posti assegnati e trasferimenti di fatto chiusi, vista l’assenza di posti vacanti. All’incontro dell’11 giugno i genitori hanno assistito al solito teatrino: la dott.ssa Paci che attacca parlando di un’”ipotesi”, per poi svelare una decisione unilaterale già presa in silenzio dall’Amministrazione e non negoziabile. Un’informativa, non certo un “confronto”. E poi, “aperto da tempo”? L’11 giugno risale esattamente a sette giorni prima di queste dichiarazioni. E poi, si badi bene, stiamo parlando solo dei bambini già inseriti. Perché le famiglie dei nuovi iscritti, dal momento che evidentemente la dott.ssa Paci le considera degli oggetti misteriosi blindati verso l’esterno, sono state “già” convocate per “giovedì prossimo 25 giugno”. Ben cinque giorni prima dell’inizio dei lavori. Perché?

“Soluzioni in plessi non lontani”
Gli spostamenti non riguardano solo “una sezione in via Cuneo”. Riportiamo l’elenco completo delle dislocazioni:
– “Brucoverde” (via Cuneo)
– “Fiocco di neve” (via Pini)
– “Bolle di sapone” (via Olivieri)
– “Acquerello” (stradello San Girolamo)

Google Maps le calcola tutte a 10 minuti circa di distanza da via Torrente Pessola, in auto e in assenza di traffico. Il che nei fatti, calcolando l’ora di punta e l’andata-ritorno, significa almeno mezz’ora in più. Come si permette la dott.ssa Paci di etichettarlo come un “piccolo disagio” senza aver sentito prima il parere dei diretti interessati?

Le famiglie, se fossero state informate a tempo debito dell’ipotesi di un intervento dalla durata inevitabilmente incerta (la Racagni insegna), avrebbero potuto richiedere ad esempio il trasferimento in strutture più vicine, come il “Palloncino Blu” o il “Cappuccetto Rosso”; oppure modificare i propri criteri di scelta privilegiando altre strutture più vicine, ad esempio, al luogo di lavoro. In ogni caso, esercitare il diritto di potersi organizzare liberamente, e non essere costretti ad almeno mezz’ora di strada in più in un orario di punta o “arrangiarsi” per qualche mese in attesa che la struttura riapra.

Più che di un bus navetta (che tanto nessuno userà) o della sospensione delle rette senza perdita del posto per i nuovi iscritti che vogliano posticipare l’inserimento al termine dei lavori (vorremmo ben vedere!), le famiglie del nido “Zucchero Filato” ora pretendono che il Comune si impegni e le coinvolga nell’individuazione di spazi alternativi in cui ospitare le attività durante i lavori che siano più idonei alle proprie esigenze.

Insomma, le possibilità c’erano per arrivare a una soluzione maggiormente condivisa, o per meglio dire “partecipata”, per toccare un’altra delega in capo proprio alla dott.ssa Paci su cui, evidentemente, predica bene e razzola male. E invece ci ritroviamo a commentare l’ennesimo scivolone che incentiva le famiglie a fuggire dai servizi educativi comunali. Ma siamo sicuri che sia proprio uno scivolone, e non invece un giochino?”

La guerra è aperta. E siamo solo alla prima battaglia.

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