Dieci anni. E quante cose sono cambiate? Poche ma nessuna.
Dieci anni di tutto.
18.06.2005: poco dopo le 23, la salvezza più bella e calda. La prima, dopo anni di Europa, Coppe, Scudetti persi al tavolo di Calciopoli. La prima, dopo un clamoroso crac che oltre ai risparmiatori aveva riportato sulla terra un Parma di extraterrestri.
La prima, dopo anni in cui la serie B più che uno spettro pareva uno ricordo perso nel passato.
Una notte di Magia, dopo tanto terrore.
Dieci anni. Con dentro una cessione, al Ghirardi allora Salvatore, oggi Suino del paesello, dopo mille e non più mille porte sbattute in faccia da presunti acquirenti, dopo le rincorse assurde alle parole di Sanz e Valenza.
Dieci anni, e il sale della retrocessione. Il 18 era, ancora. Ma maggio, e 2008. Pioveva, e l’Inter di Ibrahimovic firmava una condanna diventata magia in un anno di cavalcata per il ritorno in A.
Cittadella, la promozione in un sabato caldo come fosse estate.
Dieci anni, alti e bassi, strisce di trionfi.
Dieci anni, ancora Maggio. Il Tardini che si ferma mentre Cerci schianta il rigore contro la traversa a Firenze.
Ed è Europa, che si porta via tutto. Ma che ci viene portata via, e che trasforma la stagione in un incubo.
Che fa si che oggi, siamo ancora qui con le lacrime pronte.
Di gioia o dolore, lo dirà domani il Giudice Rogato, consolidando il peso del debito sportivo, fissando il primo dato certo nel mare salato delle incertezze.
Dieci anni dopo dobbiamo ancora agonizzare, ed è molto peggio. Perchè tra il 19 e il 22 giugno si scriverà il futuro, e le lacrime sono pronte. Dolci o amare non si sa.
Quella B evitata 10 anni fa oggi è l’oasi ambita nel deserto. Quella D lontana nei tempi da non saperla nemmeno pronunciare, l’incubo ricorrente.
Dieci anni dopo dobbiamo ancora soffrire. E il ricordo della gioia si fa amaro, perchè alle 23 di questa sera, invece di certezze, avremo solo speranze e paure.