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“Soddisfazione speranza centralità dell’industria e fiducia”: così l’Upi guarda al futuro

 FullSizeRender copia 4Crescita dell’export, produzione industriale in leggero aumento, difficoltà per le piccole e medie imprese, edilizia ancora in default. Ma anche Parma Calcio e aeroporto: in occasione della 70esima assemblea annullale dell’Unione Parmense Industriali il presidente Alberto Figna ha tirato una riga sotto il suo primo anno alla guida. 

E il bilancio raccontato al Teatro Regio lascia ben sperare: “non siamo in declino” – ha affermato con forza, aggiungendo come “nel nostro DNA non c’è il mollare di fronte alle difficoltà”.

“Ci sono le condizioni favorevoli perché le cose cambino in meglio – ha spiegato – il nostro obiettivo è continuare a lavorare per affermare e consolidare la centralità dell’industria, che è il perno assoluto dello sviluppo economico”.

Cita Einaudi, il presidente dell’Upi, e spiega come nonostante una crisi perdurante dal 2007, “una burocrazia nemica dello sviluppo una giustizia infinita nei tempi e una tassazione che non invita a investire, oltre ad un costo del lavoro inadeguato e un’assenza di riforme favorevoli per la produzione” l’industria non molli.

Soddisfazione speranza e fiducia nel futuro sono i cavalli di battaglia di Alberto Figna.

Che parla anche di Parma Calcio.

“Il fallimento della società sportiva è avvenuto con modalità che hanno fatto emergere una situazione aziendale complessiva che ha compromesso una storia sportiva lunga e gloriosa, mettendo a rischio la stessa possibilità di assicurare un futuro alla nostra squadra di calcio, con evidenti implicazioni sociali ma anche, soprattutto e purtroppo, ancora una volta, ha dato di Parma, una immagine di città caratterizzata da comportamenti gestionali ispirati, se non da malaffare, quanto meno alla profonda e irresponsabile superficialità e faciloneria”.

E di aeroporto. “Un infrastruttura estremamente importante” così viene definito lo scalo Giuseppe Verdi. “Il Consiglio direttivo dell’Unione mi ha dato mandato di creare una società con la quale ricapitalizzare la società di gestione dell’aeroporto, in modo da poter disporre dei tempi e delle risorse necessarie per cercare e realizzare alleanze utili al suo rilancio e sviluppo”.

“Ho voluto citare – proseguito – questi due elementi perché intorno a essi si è creata una sorta di mitologia del declino inevitabile e definitivo di una comunità che, viceversa, nel passato rappresentava se stessa e veniva percepita nel Paese come una fra le più dinamiche e brillanti. Credo vada riconosciuto che Parma, in un passato ancora recente, ha spesso peccato di ottimismo autoreferenziale nel rappresentarsi al proprio interno e anche all’esterno. Tuttavia, anche la descrizione di una comunità in pesante, inarrestabile declino, ove si analizzi con realismo e senza accentuazioni ideologico-masochiste la nostra situazione, appare ancor più infondata. Molte aziende di Parma nel corso del 2014 hanno saputo è voluto dimostrare una enorme vitalità, hanno proseguito in una politica di crescita sui mercati esteri, spesso caratterizzata anche da investimenti che ne hanno rafforzato la propensione internazionale”.

Non solo tasse, servono investimenti – “Considerati i risultati di bilancio resi possibili dai molti sacrifici imposti ai cittadini, visto che Parma ha pagato e sta pagando con i tributi ai massimi livelli i propri debiti, è indispensabile che il Comune capoluogo compia scelte utili per introdurre nelle azioni dell’Amministrazione obiettivi di rilancio della qualità delle vita e delle crescita economica. È nostra convinzione che il sindaco, la Giunta, la maggioranza e la minoranza debbano compiere uno sforzo comune grazie al quale si realizzi un giusto equilibrio fra risanamento ed investimenti necessari per rilanciare servizi e capacità di gestione della vita della nostra comunità”.

Dopo una breve parentesi sui rifiuti “servono azioni, non teorie”, ecco il ritorno all’area integrata Parma, Reggio Emilia, Mantova, Cremona, Piacenza, La Spezia e Massa Carrara per far si che “le aziende dei sette territori possano accedere al complesso di capacità di rappresentanza e di servizio offerte dalle singole associazioni cui fanno riferimento”.

 

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(Francesca Devincenzi)

 

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