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Via Berenini, “è qui il cantiere”. E chi passa si infuria

FullSizeRender-copia-55Sono lavori ordinari, di manutenzione e ripristino. Quelli che ogni estate rischiano di bloccare la città, e far imbestialire i cittadini.

Questa volta sono nel tratto che collega il Ponte Italia al Petitot. Tradotto, sullo Stradone. E chi ci deve passare, insorge.

V.le Berenini, primo pezzo di V.le Partigiani, Stradone, per dirla alla parmigiana. 7,40 del mattino. Chi pensa che la città dorma, forse, non è mai passato di qui.

C’è il traffico di chi va a lavorare, negli studi del centro, di chi ci risiede, e dovrebbe uscire, di chi transita, e il tempo del caffè lo perde in coda. Sono tutti cittadini, che votano. E se la prendono con la giunta.

Amelia ha poco pi di vent’anni, una Smart grintosa come la sua età. “Faccio il praticante avvocato, devo arrivare al Goito, parcheggiare e pagare, andare in udienza in Tribunale, poi in studio. Secondo lei il Giudice aspetta me perché ci sono i lavori?”. Siamo abbastanza certi di no.

Scatta avanti un metro, forse mezzo. Di nuovo interruzione.

La carreggiata transitabile è una, diciamo una e mezzo. A flusso alternato. Troppo poco per l’orario normale, figuriamoci per quello di punta.

Passata Amelia, tocca a Mario. “Faccio il rappresentante, i clienti mica stanno ad aspettare me, Fare una strada alternativa? Mi dica lei quale, devo andare in Viale Solferino, e le laterali sono tutte chiuse”.

FullSizeRender-copia-6-225x300Già, perché via Palestro e le attigue sono transennate. “Neanche dovessero arrivare i tedeschi” – commenta Maria – uscendo dal primo cancello residenziale di Via Palestro. “Vado a fare la spesa in Via XXII Luglio, tutte le mattine, presto quando fa caldo, tardi d’inverno. Non ho fretta, ma ogni mattina respiro smog. Ora anche di più. Sono vecchia, ma non voglio morire avvelenata”.

Giovanna guida la sua Mini a scatti. E’ nervosa. “Ho un appuntamento di lavoro, abito qui vicino, sarei andata in bici, ma con tutti gli incidenti che voi raccontate ho paura”. Ecco, la stampa colpevole dell’inquinamento, ora. Ci mancava. Quindi va in auto. “Se ci arrivo. Non stanno ad aspettare me. Ho votato Pizzarotti, mica lo rifarei. Guarda che traffico”.

Forse i lavori li avrebbe fatti qualsiasi Giunta. Ma non c’è tempo di dirlo. Gli operai hanno fatto scorrere la colonna di qualche veicolo. Tre passi avanti, un giro dagli esercenti.

Mattia è imbestialito: “Tra le multe la sera, gli orari ridotti e il traffico chiuso di giorno, ci faranno chiudere”. Max concorda: “Non bastava la chiusura delle ztl, ma un tempo questi lavori non li facevano in agosto?”.

Ed ecco che Mario Mantovani, di passaggio in bicicletta, butta il carico da 90: “Ho vitato Pizzarotti, credevo nel cambiamento. Non lo voterò più”.

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