Crac Spip, capitolo ennesimo. Il pasticciaccio delle presunte plusvalenze nella vendita di terreni all’ex partecipata del Comune, sta vivendo l’ennesima pagina cupa.
Concorso in bancarotta, questa l’ipotesi di reato contestata a Paolo Borettini e gli altri soci di Reig srl. Si tratta di Edoardo e Alberto, Enrica Bevini, fratelli e moglie di Paolo Borettini, e Gian Pietro Caggiati .
Un’accusa pesantissima, che ha portato il giudice, su richiesta della curatela, al blocco cautelare di 22milioni di euro di beni, soprattutto immobili: un blocco autorizzato onde evitare la dispersione di beni prima della chiusura delle indagini.
La Reig è la srl di Borettini e soci attraverso la quale furono acquistati i terreni di Spip, la partecipata del Comune, tra il 2006 e il 2007, ma poi le quote furono cedute alla stessa Spip.
Oggetto del contendere, le mille ombre della trattativa Spip finite nelle indagini della Procura: i terreni acquistati da Reig e rivenduti a Spip a prezzi folli (secondo l’accusa, giusti, secondo la difesa).
Sul registro degli indagati erano finite altre 13 persone, Elvio Ubaldi e Paolo Buzzi, ma anche l’ex presidente della società, Nando Calestani, l’ex dg del Comune, Carlo Frateschi, e l’ex capo di Stt, Andrea Costa, oltre a sette ex consiglieri del cda.
Ma ora la lente d’ingrandimento è puntata sulle presunte plusvalenze: 22 milioni di euro, appunto. Oggi congelati, in attesa che vengano scritte ennesime pagine di accuse, difese, rimbalzi legali. Ennesime pagine di una parentesi butta, bruttissima, della politica parmigiana