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Il Parma patrimonio della città, e c’è tanto ottimismo intorno alla sua possibile cessione. La città è in trepidante attesa, a ventiquattrore dall’ultima asta, e pare che proprio nessuno sia esente dal sapere cosa accadrà domani.
Chiedere ai parmigiani cosa pensano della situazione della squadra della loro città regala un tratto sociologico degli stessi e del loro rapporto con la stampa: sono informati, informatissimi, e speranzosi di non perdere, dopo la pallavolo, anche il calcio. Nonostante per svariate ragioni non vadano più allo stadio.
Ventiquattro ore, anche meno ormai, sempre meno con l’approssimarsi della sera, separano Parma e il Parma dal conoscere il suo futuro.
Ma come aspetteranno i parmigiani, e cosa pensano i parmigiani di quanto accaduto a Parma Fc? “Chi du la, dovrebbero andare in galera”.
Attilio non ha dubbi. Stringe tra le mani un quotidiano sportivo, mentre porta a spasso i suoi ottanta anni e due cani. “Guardi che shifezza che hanno combinato se muoio vado a tirargli i piedi”. Scongiuri ammessi, ovviamente, anche perchè siamo in prossimità dell’asta. “Sperema be” – continua – secondo me ce la caviamo, chi du ragas la sono stati proprio bravi”. Chi du ragas sarebbero i curatori. Quelli destinati alla galera, non serve specificarlo.
Nives ha 75 anni, e di calcio, confida “non ne capisco niente”. Ma cosa è accaduto al Parma lo sa, eccome. “E chi non lo sa? Non si parla d’altro. E poi mio figlio ha l’abbonamento sa, da trent’anni almeno, prima in Curva, poi ha messo su famiglia e si è spostato nei Distinti. Lui in casa non parla d’altro”. E cosa dice? “Prima è rimasto molto deluso dai vecchi proprietari, poi da quello matto, come si chiama?”. Manenti, signora. “Si, da lui”. E adesso? “Beh, sa ci, spera. Come tutti noi, no?”.
Da cittadini al passeggio, agli esercenti, le opinioni non cambiano. “La squadra di calcio è un patrimonio della città, hanno fatto una p…….”. Ed ora? “Sono ottimista. Vendono al 100%”. A chi? “Io dico Mike Piazza” – dice Mario – “ma andrebbe bene anche Corrado. O qualcun’altro, purchè sia serio”.
Claudio ha la leggerezza dell’età, e la speranza nel cuore.”Sa che giorno sono nato? Più o meno quando Sandro Melli faceva gol alla Reggiana, mia madre me lo ha detto tantissime volte”. Era il 3 giugno 1990, e il Parma conosceva per la prima volta l’ebbrezza della Serie A. “Sono stato al Tardini qualche volta, e ho fattouna promessa: se qualcuno lo compra faccio l’abbonamento, mio papà, che non c’è più, è sempre andato in nord”.
Andrea ha 57 anni, al Tardini ci va da sempre. “Mi hanno rotto un giocattolo meraviglioso, il s… venuto dal Paesello e il cuo compare di Monterotondo. Spero che paghino”. E l’asta come finisce? “Ci vendono, ci vendono. Una società come il Parma non può sparire”.
Emma ha 13 anni, ma anche lei sa cosa sta accadendo. “A me il calcio non interessa, ma a scuola non si parla d’altro. Mi dispiace per i tifosi. Ma domani dicono tutti che andrà bene”.
Già, lo dicono tutti. Ma se così non fosse?
“Una tragedia” – chiosa Guido. “Io ho un ristorante, oltre all’indotto di turisti che mi tolgono chiudendo l’aereoporto, se non c’è più nemmeno il Parma, la domenica posso evitare di aprire”. E la speranza è…”che ci comprino, ne sono convinto. I curatori hanno fatto un grandissimo lavoro”. Una chiosa finale giusto per sorridere: nell’indice di gradimento degli intervistati, i più odiati sono la coppia Leonardi Ghirardi, con una serie di improperi mischiati ad auguri non ripetibili. L’unico “riportabile”? Il carcere. Poi viene Manenti “almeno faceva ridere”. Taçi invece “E’ stato preso in giro, lui era una persona seria”. Il meno peggio, per lo meno.