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Pietro (Leonardi) perché non ridai dignità alla grande storia d’amore col Parma, raccontando la tua verità?

Ci sono amori che finiscono male, o malissimo, e hanno strascichi difficili. Uno di questi è quello tra Pietro Leonardi e il Parma Calcio, passato dai lucchetti dell’amore eterno a Ponte Milvio alle repliche aspre dei legali. 

Ora, prima di riavvolgere il nastro di quanto accaduto, una considerazione. Perché Pietro, tu che narravi di metterci sempre la faccia, non lo fai anche questa volta? Invece che dai tuoi legali, perché non rispondi tu con una lettera, una video conferenza, o una conferenza proprio, visto che ti piaceva tanto farne?

Temi quei fischi da stadio in cui si tramuterebbero quelli che per te erano applausi? Non hai più voglia di metterci la faccia? Non ritieni che, indipendentemente da ciò che un’aula di giustizia possa stabilire, i tifosi e la città non meritino una risposta da te? Una spiegazione, che ridia dignità al rapporto, al legame, che per tanti anni è stato così stretto con città stampa e tifosi?

Perché ben sappiamo, che nel giornalismo sportivo il confine tra cronista e tifoso è sempre labile, spesso inesistente, e il dovere di cronaca si mischia alla rabbia all’amarezza e alla voglia di risposte del tifoso.

Perché fai scrivere dai tuoi legali? Ritieni Parma non meriti altro? O hai troppo paura di essere respinto da una città che ti avrebbe fatto re? Qualsiasi verità potrebbe non convincerci, essere forse inutile, perché nessuna stima c’è più per te. Ma almeno sarebbe una legittima risposta a una città che la meriterebbe. 

Comunque, ripercorriamo l’ultima tappa di un divorzio a colpi, come ogni separazione che si rispetti, di dichiarazioni e lettere dell’avvocato.

“I Legali del Sig. Pietro Leonardi in ordine a quanto pubblicato ieri sul Corriere della Sera nell’articolo a firma del Sig. Mauro Gerevini, intendono precisare e comunicare quanto segue:

1) innanzitutto è falso che i Curatori Fallimentari abbiano inoltrato formale richiesta al nostro assistito della restituzione della somma di € 1.300.000,00 ricevuta a titolo di prestito. Vero è viceversa che il nostro assistito è egli creditore del Parma FC per gli stipendi e il TFR non corrisposti come del resto per calciatori e altri dipendenti tutti. Di più occorre precisare che al tempo fu proprio il Parma FC a voler ingaggiare il Sig. Leonardi Pietro, cosi dovendo indennizzare l’Udinese per l’anticipata risoluzione del contratto;

2) Tale anticipazione, convertita al lordo e con aggiunta degli interessi, secondo gli accordi intercorsi tra il Parma FC e Pietro Leonardi, doveva essere restituita mediante trattenute mensili da operarsi in busta paga: Ciò che puntualmente accaduto fino alla definitiva risoluzione del contratto tra Parma FC e il Sig. Pietro Leonardi;

3) Al momento della risoluzione del contratto tra le parti, i crediti vantati dal Sig. Pietro Leonardi nei confronti di Parma FC (ai quali il Sig. Pietro Leonardi ha integralmente rinunciato) erano di di gran lunga superiori alle somme da restituire al Parma FC;

4) Il Sig. Pietro Leonardi, tramite i suoi Legali, dopo l’ennesimo illegittimo e gratuito attacco di stampa intende chiarire che da ora in poi procederà Giudizialmente in tutte le sedi competenti, per ogni notizia falsa e tendenziosa che sarà pubblicata proprio a partire dall’articolo diffamatorio a firma del Sig. Mauro Gerevini e pubblicato sul Corriere della Sera e su CorSera”.

Questa l’apologia dell’ex direttore generale nonché amministratore delegato del Parma Calcio, fatta pervenire dai suoi legali.

Riavvolgendo il nastro, andiamo a vedere cosa ha scaturito la rabbia dei legali dell’ex dirigente gialloblù. Si tratta di un pezzo uscito domenica mattina sul Corsera appunto, a firma di Mario Gerevini, che a Parma avevamo conosciuto per aver smontato e sbugiardato, in piena conferenza stampa, senza scuse ne giri di parole, Fabio Giordano prima, Giampiero Manenti poi, palesando ciò che poi i tifosi del Parma avrebbero vissuto sulla propria pelle.

Sul Corriere della Sera di domenica, il giornalista economico, in un pezzo dal titolo “Parma dietro il fallimento l’affare (possibile) dell’acquisto”, spiegava come “….sullo sfondo resta un passaggio tecnico essenziale: la surroga di chi acquisterà il Parma nei crediti dei giocatori. Sono crediti privilegiati da far valere nel fallimento, sperando in un riparto. E’ un potenziale “rientro”, stimabile in 20 milioni, che andrebbe ad aggiungersi al “paracadute retrocesse”, cioè i 12,5 milioni che saranno liquidati alla prima partita di serie B. Affare non impossibile….”.

Ma aggiungeva anche una chicca: “Il Parma Calcio dell’era Ghirardi non aveva le risorse per pagare gli stipendi. Pietro Leonardi, l’allora amministratore delegato con ampi poteri, compresa la gestione della cassa, aveva bisogno di soldi. E’ andato in banca? No, si è fatto prestare dal Parma 1,3 milioni e non li ha ancora restituiti”. Verso la conclusione del suo pezzo, Gerevini specifica anche le condizioni dell’elargizione: “Il Parma che lui gestiva gli ha prestato quasi 1,3 milioni al tasso euribor a 3 mesi più uno spread dell’1%. Dovrebbe essere rimborsato entro il 30 giugno. Sarebbe stato sollecitato ad anticipare. Senza esito”.

Da li, la rabbia di Leonardi e la replica dei legali. Perché il bel tacer (da Monterotondo, sia beninteso) non fu mai scritto. E nemmeno imparato.

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