Le condizioni nelle carceri dell’Emilia-Romagna sono molto migliorate grazie alla norme deflattive del sovraffollamento messe in campo dai diversi Governi dopo la sentenza di condanna all’Italia della corte di Strasburgo, ma il “problemi restano ancora tanti”.
A fare il punto è stato il segretario aggiunto del sindacato di polizia penitenziaria, Sappe, Giovanni Battista Durante, durante una visita al carcere di Bologna.
In regione ci sono 2. 847 detenuti, contro i 4.300-4.400 di circa tre anni. A Bologna ci sono 705 detenuti mentre prima ne avevano circa 1.200. Resta una netta maggioranza di stranieri (371 contro 334 italiani), come a Modena (220 contro 147).
L’unico istituto che in regione registra più italiani è Parma, ma perchè si tratta di un carcere con detenuti in regime di alta sicurezza e, in questo ambito, al 41 bis, che di solito interessano reati, come quelli di criminalità organizzata, commessi per lo più da italiani.
Ma per Durante permangono difficoltà gestionali e organizzative, dovute alla carenza di organico, mezzi e risorse.I mezzi per le traduzioni per esempio “spesso non funzionano e non ci sono risorse per fare manutenzione”. E per i poliziotti penitenziari “sono cinque anni che non c’è incremento contrattuale”.
Tra i temi sul campo il passaggio dagli Opg alle Rems.”Sicuramente potrebbe migliorare dal punto di vista dell’assistenza, ma bisogna valutare l’impatto sulle condizioni di sicurezza dei detenuti, in particolare in eventi critici.
Gesti di autolesionismo sono difficili da controllare se non c’è una vigilanza costante, e mentre la polizia penitenziaria ha l’obbligo di farla anche di notte,questo obbligo i medici non ce l’hanno”.
Resta infine il problema di personale e risorse: a Bologna sarebbero previsti 558 tra agenti e funzionari, ne sono assegnati 509, di cui 97 distaccati ad altri servizi. Ma il Sappe lamenta soprattutto uno scorretto uso delle risorse: “per affittare la sede del Provveditorato e degli uffici Uepe in regione si spendono 460.000 euro all’anno. Da oltre venti anni. Si potevano costruire e ristrutturare sedi qui nel carcer”