La gioia di Mirante, che coi suoi guantoni ha mantenuto inviolata la porta ducale. La soddisfazione di Nocerino, autore della rete su rigore. E l’orgoglio di capitan Gobbi.
Tutto questo è lo “spogliatoio” di Parma – Palermo.
Antonio Mirante si è rivelato ancora una volta decisivo, e può “brindare” alla porta inviolata nelle ulite tre uscite casalinghe, contro Udinese Juventus e Palermo.
Quanto dopo la sconfitta contro il Genoa era parso abbacchiato, tanto è soddisfatto dopo la vittoria contro il Palermo: “E’ una grande soddisfazione per me e per i miei compagni, soprattutto perché ne avevamo presi un po’ troppi prima. Siamo migliorati molto nell’approccio della fase difensiva. Abbiamo rischiato, oggi, in qualche occasione, ma abbiamo anche tirato di più in porta, avendo la possibilità di chiudere la partita.
Ci siamo dati l’obiettivo comune di fare questo tipo di gare, di avere questo atteggiamento sia alla domenica che in allenamento durante la settimana. Abbiamo intrapreso la strada del rispetto reciproco, uno con l’altro. Giocando e preparandoci in questo modo. I risultati fanno sempre morale. Dal punto di vista societario, dopo questo terremoto mi rasserenerò solo quando vedrò qualcuno che acquista il Parma. Per uno come me che è da tanto tempo in questa società fa male non vedere uno spiraglio.
Il ‘Parma siamo noi’, oltre ai tifosi che lo cantano e scrivono, siamo anche noi che con le nostre prestazioni vogliamo contribuire a rendere appetibile questo club. Noi siamo sempre stati disponibili alle rinunce per ridurre il debito sportivo e non solo. Lo abbiamo fatto per i nostri dipendenti e per il Parma. Più di così non possiamo fare.
Qualche errore da parte nostra nella prima parte del campionato c’è stato, che potevamo evitare. Però la testa è fondamentale e noi, in quel periodo, l’avevamo altrove. Era piena di altri problemi. Il campo, a volte, era l’ultimo dei nostri pensieri”.
Transitando in mixed zone, mister Roberto Donadoni, ha scherzato con Antonio Nocerino definendolo bomber. La rete che il numero 23 Crociato ha messo a segno oggi su penalty allo stadio Ennio Tardini, che ha consegnato al Parma Fc la vittoria sull’Us Città di Palermo, è la sua seconda con la maglia ducale:“Ogni gol che faccio è ovviamente per i miei genitori, ma anche per mia moglie che me lo aveva pronosticato, e a tutte le persone del Nepal. Ci tengo. Il rigore è una questione di coraggio”.
Poteva essere il giorno della matematica retrocessione. Avete ottenuto un successo che vale doppio… “Ogni vittoria la dedichiamo, oltre che alla gente di Parma, a noi stessi e a chi lavora con noi. Dividiamoci le gioie, queste gioie. La penalizzazione non è colpa nostra, lo sappiamo. Noi ci vogliamo divertire. Dopo la tempesta, vediamo un po’ di sole”.
Sembra che tu, seppur qui da gennaio, sia diventato uno dei giocatori di riferimento dello spogliatoio Crociato… “Va dato merito al gruppo, che mi ha aiutato in un inserimento molto veloce. Sono veramente onorato di far parte di questo gruppo. Non pensavo ci fossero uomini con questa dignità e con questa voglia. Sono orgoglioso di farne parte. E’ un gruppo di lavoro impressionante, di cui fanno parte tutti, anche i dipendenti. Arrivano con il sorriso, c’è sempre da imparare, non si piangono addosso. Sono più contento ora, anche se non prendo lo stipendio, perché sto bene umanamente, che avere la certezza dei pagamenti ma stare male. Ci divertiamo. E’ l’umore che fa la differenza. Non è facile, noi ci stiamo riuscendo”.
E’ cambiato forse il tuo obiettivo qui a Parma ? “Ho fatto una promessa a mio padre: tornare in Nazionale. Sono venuto qui sapendo la situazione societaria, per giocare, credendo in ogni caso di trovare aiuto e l’ho trovato”.
L’anno prossimo, pur essendo di proprietà del Milan, ti vedresti ancora con la maglia del Parma?“Non dipende da me, ma da tanti fattori, da quello che succederà. Vediamo. Tutto dipende dal Milan. Vediamo cosa succede. Spero vivamente che questa situazione del Parma si possa risolvere nel migliore dei modi, poi si vedrà. Se c’è un progetto serio, ne possiamo anche parlare. Devo parlare con il Milan, che è casa mia e ha priorità. Se a casa mia non mi vogliono, vedremo”.
Felice e orgoglioso al triplice fischio finale Massimo Gobbi:“Abbiamo detto più volte che in condizioni normali saremmo qui a giocarci la salvezza ma non abbiamo mai nascosto i nostri errori e le nostre responsabilità. Oltre a dignità ed orgoglio sapevamo di avere anche qualità tecniche. I valori morali di questa squadra sono sotto gli occhi di tutti e il gruppo si è ancora più compattato nella difficoltà”.
“Da qui alla fine vogliamo toglierci ancora soddisfazioni come quella di oggi. Dove a parte il risultato c’e’ stata anche una prestazione che conforta. Cosa racconterà questo gruppo al termine della stagione? “I tifosi del Monza tornando da Arezzo hanno appeso una maglia con scritto:”Non c’e’ sconfitta per chi lotta”. Noi lotteremo fino alla fine a testa alta. Al termine del campionato, mancano ormai poche partite, vogliamo godercele, poi si vedrà. Mercoledì c’è la Lazio sappiamo che sarà difficile, ma come detto è un’altra gara che vogliamo goderci”.