La casa diventa un bancomat. Via libera definitivo del Senato alle nuove norme sul prestito vitalizio ipotecario, alternativa alla nuda proprietà, che consente di ottenere liquidità senza perdere la proprietà dell’immobile.
La commissione Finanze del Senato ha infatti approvato, in sede deliberante, astenuti i 5 Stelle, il testo già votato dalla Camera, senza modifiche. Il provvedimento è diventato, dunque, legge dello Stato.
Ma lo Spi di Parma avverte: “attenzione, ci saranno pesanti ripercussioni economiche per chi fa una scelta del genere”.
Si tratta di una alternativa alla nuda proprietà che consente al proprietario di un immobile – di età superiore a 60 anni – di convertire parte del valore del bene in contanti, per soddisfare esigenze di liquidità, senza essere tenuto a lasciare la proprietà, che viene comunque ipotecata a garanzia del finanziamento. Si possono concordare modalità di rimborso graduale di interessi e spese, anziché corrisponderle contestualmente alla scadenza del finanziamento. Gli eredi del beneficiario, nel caso il proprietario non decida di rimborsare anticipatamente il finanziamento, potranno decidere di estinguere il debito nei confronti dalla banca, oppure vendere l’immobile ipotecato o scegliere l’affidamento della vendita alla banca mutuataria per rimborsare il credito.
Rispetto alla nuda proprietà il prestito ipotecario vitalizio consente al mutuatario il vantaggio di non perdere la proprietà dell’immobile e non preclude la possibilità per gli eredi di recuperare l’immobile dato in garanzia, lasciando loro la scelta di rimborsare il credito della banca ed estinguere la relativa ipoteca. L’obiettivo del provvedimento è quello, di fatto, di smobilizzare il valore della proprietà fondiaria.
L’attuale normativa
L’articolo unico del ddl modifica l’attuale articolo 11-quaterdecies, comma 12, del decreto-legge n. 203 del 2005, aggungendo i commi da 12-bis a 12-sexies. L’attuale comma 12 stabilisce che il prestito vitalizio ipotecario ha per oggetto la concessione, da parte di aziende ed istituti di credito e di intermediari finanziari regolamentati dal Testo unico bancario (Dlgs 385/1993) di finanziamenti a medio e lungo termine con capitalizzazione annuale di interessi e spese, e rimborso integrale in unica soluzione alla scadenza, assistiti da ipoteca di primo grado su immobili residenziali, riservati a persone fisiche con età superiore ai 65 anni compiuti.
Scende a 60 anni l’età per accedere al prestito vitalizio ipotecario
Il nuovo comma 12 dell’articolo 11-quaterdecies citato riduce anzitutto da 65 a 60 anni l’età minima per accedere al prestito vitalizio ipotecario. Specifica, inoltre, quali eventi possono dar vita al rimborso integrale del debito in un’unica soluzione: la morte del soggetto finanziato; il trasferimento in tutto o in parte della proprietà o di altri diritti reali o di godimento sull’immobile dato in garanzia; il compimento di atti che ne riducano significativamente il valore, inclusa la costituzione di diritti reali di garanzia a favore di terzi che vadano a gravare sull’immobile. In questo modo durante il periodo di finanziamento, il mutuatario non può alterare le condizioni iniziali alla base delle quali il finanziamento era stato concesso o il valore dell’immobile in garanzia, che potrebbero ledere il diritto e la capacità del finanziatore a vendere l’immobile.
Ma lo Spi-Cgil non la fa così facile “Così non si risolve di certo i problemi che gli anziani devono affrontare anche nella nostra città – commenta Paolo Bertoletti, segretario Spi Cgil di Parma . Penso a tutti i casi intercettati dalle nostre leghe, a cui si rivolgono pensionati in difficoltà, penso all’Oltretorrente, ma anche ai tanti quartieri dove ci sono parecchi anziani che di inverno vivono al freddo, perché fanno fatica a pagare le bollette del riscaldamento. Non credo che il prestito vitalizio ipotecario venga in loro aiuto. Finora abbiamo visto soprattutto un togliere agli anziani, che sono stati usati come un bancomat dai vari governi». A rincarare la dose è Baldo Ilari, segretario provinciale della Fnp Cisl di Parma: «Non è certo questa la soluzione per risolvere i problemi, piuttosto è un modo per giocarsi il futuro, un po’ come è avvenuto con il Tfr in busta paga – avverte -. Per avere liquidità immediata, infatti, ci saranno pesanti conseguenze in prospettiva”.