Fa strano parlare di calcio, risulta quasi difficile, dopo settimane governate dalla burocrazia, dalla scartoffie tribunalizie e giudiziarie, dalla paura del domani. Ma dopo due domeniche off e una settimana interlocutoria, torna in campo il Parma, respira un po’ di primavera e quella serie A che per alcuni anni almeno diventerà utopia. Lo fa per la speranza che qualche impegno venga ottemperato da Lega e Figc, lo fa per la dignità e per evitare che la polvere del tempo copra di oblio prima del dovuto una società che meriterebbe, e avrebbe meritato, miglior rispetto da parte del gotha del calcio.
C’è poco pubblico al Tardini, c’è il sindaco Federico Pizzarotti col fidato consigliere Marco Bosi, c’è la solita curva Nord caldissima, che apre con un applauso di cuore a capitan Lucarelli, poi ne ha per tutti, Ghirardi, Lega, Figc, Manenti. C’è un vento freddo che sferza tutti, facendo quasi sognare in un domani più pulito, nuovo, fresco. C’è l’incasso dei biglietti, pignorato dall’autorità giudiziaria prima ancora di essere ufficiale. C’è la paura del domani, e un magnifico oggi diventato incubo già a luglio, con l’esclusione da quell’Europa tanto sognata. Fa strano parlare di calcio, dicevamo. Ma la partita c’è stata, eccome. E ha visto due squadre modeste, che hanno fatto pochino: meglio sicuramente il Parma, più determinato e vicino al gol, forse leggero per non aver nulla da perdere. Quasi nulla la squadra ospite, serissima candidata alla retrocessione per come vista oggi. Generoso il Tardini, nei cori e nei fischi.
LE FORMAZIONI – “Siamo uomini non automi” ha detto Donadoni ieri, per spiegare come per chiunque vada in campo oggi non sia facile: ciò premesso, fiducia a Belfodil in attacco con Varela e Rodriguez in appoggio. In mezzo, Mariga e Nocerino.
Reja, al debutto sulla panchina bergamasca al posto di Colantuono, sceglie Bellini al posto dello squalificato Stendardo in difesa, in mezzo al campo fiducia a Migliaccio, in avanti l’autore del gol vittoria dell’andata, Boakye. Se al Parma, virtualmente già retrocesso in una serie da definirsi il risultato importa solo per la gloria, all’Atalanta servono punti preziosi in chiave salvezza.
PARADOSSALMENTE, MEGLIO IL PARMA – Capitan Lucarelli accusa le tensioni della settimana, e le sfoga al terzo minuto con una bella entrata a piedi pari su Carmona: giallo e via. Per i nerazzurri si affaccia Emanuelson, ma non va oltre il corner, mentre il Parma, forse leggero forse disperato, vola sulle ali di Varela e Rodriguez dando l’impressione di poter fare male.
ARRIVA MANENTI – ma il pubblico pare non accorgersene, Rodriguez di tacco sugli esiti di un corner ci prova ma incoccia in Sportiello. La partita è decente ma non esaltante, prova a scaldarla Mariga che da fuori indovina un diagonale che lambisce il palo a estremo difensore battuto. Due minuti dopo è Belfodil a impegnare Sportiello, poi Rodriguez a conquistare un corner: il Parma fa il suo onesto compito mentre l’Atalanta pare davvero poca roba. La prima parata di Mirante è quasi al 40esimo: un colpo di testa di Pinilla, l’intervento non è difficoltoso. Il clima in campo è talmente disteso che viene da chiedersi se regni la rassegnazione da ambo le parti, Reja si sbraccia, inverte Emanuelson e Boakye, ma appena arrivato non aveva detto che avrebbe dato fiducia a Denis? Forse gli converrebbe… INTERVALLO- Sono le chiacchiere dei tifosi ad accompagnare alla ripresa. “Ci vedremo anche l’anno prossimo? Si veh, io vengo anche in serie D, venivo in C, l’importante è esserci e venire”. Parma è placida, dignitosa, orgogliosa. Non rassegnata, serena nella voglia di domani comunque sia. “Chi è a casa ha sbagliato” – commenta un tifoso, in giacca cravatta e sciarpa, dopo aver notato i cronisti. “Se la Lega calcio ci ha dato questa possibilità è giusto esserci, fiducia al capitano che ha scelto di scendere in campo”. “Eh no – risponde il vicino, stringendosi nella cuffia per ripararsi le orecchie dal vento – ci prendono per il c… ma avevo troppa voglia di vedere giocare al pallone”. E’ il Tardini, è Parma, è quella realtà che il sistema e un pancione venuto da Carpenedolo, insieme a un moggiano di Roma, hanno demolito.
IL PARMA RIABBRACCIA CODA – A lasciargli il posto, Mariga. Un cambio anche per Reja: dentro D’Alessandro per Boakye. Dopo cinque minuti, i gialloblù chiedono un calcio di rigore, tocco di mano in area da terra di Benalouane, per Di Bello va bene così. Un minuto dopo proprio l’ex ducale lascia il campo, tra gli applausi, a Cherubin. Al 59esimo, Rodriguez fa volare ancora Sportiello con un sinistro al volo da fuori area: corner, ma Mauri lo batte un po’ troppo telefonato sull’estremo difensore. Passano quattro minuti, e a Reja saltano i nervi per un presunto fallo di Gobbi su Masiello, lanciato in contropiede, non ravvisato dal direttore di gara che lo invita ad accomodarsi negli spogliatoi.
QUASI SOLO PARMA IN CAMPO – Donadoni intanto gioca anche la carta Galloppa: a lasciargli il posto, Nocerino. Proprio dai suoi piedi, al 70esimo, parte una punzione da posizione invitante, conquistata da Mauri per fallo di Pinilla, ammonito, ma la battuta non inquadra la porta. Un minuto dopo Varela lancia Coda che cade in area, per Di Bello è tutto regolare. Ma il Parma non molla, gioca facile e con due tocchi è in porta: al 73’ bravo Sportiello in uscita su Coda lanciato in porta. Arriva l’ottantesimo, tutto in un minuto. Prima i nerazzurri hanno la palla del ko ma su una saponetta di Mirante in risposta a un diagonale di D’Alessandro Pinilla si fa anticipare all’ultimo, poi, sulla ripartenza Coda lanciato da Rodriguez di prepotenza trova il tiro e impegna Sportiello. Sul corner al tocco va Galloppa, ancora Sportiello, ancora corner sui cui sviluppi Mendes di testa mette fuori. A sette dalla fine spazio a Denis, ma a complicare la vita al Parma ci pensa Rodriguez, fin qui uno dei migliori. Già ammonito, interviene a gamba tesa su D’Alessadro, Di Bello non perdona. Il Tardini si: applausi a scena aperta per lui, ma tre più recupero da giocare con l’uomo in meno. Però non succede più nulla, nemmeno nei tre minuti di recupero. Il Parma si prende un punto per l’orgoglio, l’Atalanta, probabilmente ne perde due importanti per la salvezza. Il Tardini, commosso, applaude al dignitoso impegno visto in campo.