In tutti i sistemi “chiusi”, cioè che pretendono il diritto di poter auto-disciplinare il comportamento dei propri associati senza particolari interferenze da parte di soggetti esterni, esiste da sempre il problema dell’autorevolezza del controllore interno.
Nessun sistema può vivere senza regole. E nessuna regola ha lunga vita se non esiste qualcuno incaricato di farla rispettare e di sanzionare eventuali comportamenti difformi.
Quando tutto questo non funziona, quasi inevitabilmente, sorgono i problemi. Non è questione di “se”, ma di “quando”.
Osservando la situazione in cui si trova il Parma oggi, stiamo notando che nessuno ha ancora parlato di uno dei colpevoli. Non certamente il peggiore, perché non ha causato direttamente le problematiche societarie attuali, ma probabilmente il secondo della lista .
Le problematiche del Parma, che l’amico Luca Marotta ha descritto con grande chiarezza in un post di analisi del Bilancio 2013/14 che abbiamo pubblicato qualche giorno fa, non sono nuove. E non sono neanche sorte a maggio 2014, quando è esploso il problema della mancata licenza UEFA.
Leggiamo infatti due passaggi dell’analisi sul Bilancio precedente, quello della stagione 2013/13, pubblicata quasi un anno fa:
Il valore della produzione pari a € 83,2 milioni (€ 101,5 milioni nel 2011/12), diminuisce del 18%. I costi della produzione pari a € 104,4 milioni (€ 87,8 milioni nel 2011/12), aumentano in misura più che proporzionale, ossia del 18,9%. Il problema è che esiste un’eccessiva dipendenza dalle plusvalenze e nell’esercizio 2012/13, le plusvalenze relative alle cessioni di calciatori, sono diminuite di € 30,9 milioni egli ammortamenti della rosa calciatori sono aumentati di 5,4 milioni di Euro.
Le tensioni di liquidità potrebbero dipendere dal capitale circolante netto negativo per circa € 86 milioni. L’attivo corrente non riesce a far fronte al passivo corrente.
Intendiamoci, problemi che sono purtroppo abbastanza comuni a società del livello del Parma.
Ma, in questo caso, c’è un passaggio del Bilancio che, quando letto, avrebbe dovuto far accendere un faro perché fa emergere che la liquidità che avrebbe dovuto essere prodotta e usata nella stagione in corso (2014/15) era già stata usata più di un anno e mezzo prima!.
Sempre dal Bilancio al 30 giugno 2013, infatti, nel descrivere i debiti verso le banche si dettagliano alcuni anticipi di denaro, già incassati dalla società nella stagione al 30 giugno 2013, anche per crediti che erano in scadenza nella presente e nella prossima stagione (quindi 2013/14 e 2104/15).
Dall’incasso dell’anticipo ricevuto da Monte Paschi Siena leasing e factoring S.p.a. per cessione in esclusiva dei crediti a scadere relativi ai diritti Tv vantati nei confronti dei vari broadcaster (SKY Italia – RTI – RAI) della stagione sportiva 2012/2013, 2013/2014 e 2014/2015;
dall’incasso dell’anticipo ricevuto da Ifitalia S.p.a. per cessione crediti relativi alla Lega Nazionale Professionisti stagione sportiva 2012/2013, 2013/2014 e 2014/2015;
dall’incasso dell’anticipo ricevuto da Ifitalia S.p.a. per cessione crediti a scadere relativi alla società Infront Italy stagione sportiva 2012/2013, 2013/2014 e 2014/2015;
dall’incasso dell’anticipo ricevuto da Ifitalia S.p.a. per cessione crediti a scadere relativi alla società Master Group Sport stagione sportiva 2012/2013, 2013/2014 e 2014/2015;
dall’incasso dell’anticipo ricevuto da Unicredit Factoring S.p.a. per cessione crediti a scadere relativi alla Lega Nazionale Professionisti stagione sportiva 2012/2013, 2013/2014 e 2014/2015, derivanti dalla campagna trasferimento calciatori;
Quindi un osservatore esterno che, come facciamo noi , avesse semplicemente letto il bilancio si sarebbe immediatamente reso conto che c’era qualcosa di molto grave. Perché nonostante la società, al 30 giugno 2013, avesse già usato la liquidità delle due stagioni successive (e non dimenticando che i diritti televisivi e le sponsorizzazioni rappresentano la gran parte dei ricavi medi di un Club di calcio), i debiti del Parma FC erano cresciuti.
Tutto questo noi lo abbiamo potuto osservare solo a marzo 2014, poco dopo che il Parma aveva approvato e depositato il proprio bilancio. Non avendo contatti diretti, infatti, dobbiamo limitarci a ragionare sulla base della documentazione che è resa pubblica, nei tempi (lunghi) in cui la stessa è disponibile.
Osservare dei dati della stagione 2012/13 nove mesi dopo la fine dell’esercizio, tuttavia, è una forte limitazione. Le analisi fatte bene, come quelle di Luca Marotta, guardano sempre degli orizzonti temporali più lunghi, che consentono comunque di intuire delle tendenze, ma nonostante tutto non possono consentire di capire ciò che sta accadendo in tempo reale.
Adesso proviamo a fare un esercizio insieme. Immaginate per un attimo Tifoso Bilanciato avesse potuto avere accesso a questi documenti (e con queste tempistiche):
progetto di bilancio del Parma FC, approvato o meno che fosse, comunque entro 4 mesi dalla data di chiusura dell’esercizio (quindi fine ottobre), ovviamente corredata dei pareri del Collegio Sindacale e dell’organo incaricato della revisione;
relazione sull’andamento del primo semestre dell’anno entro tre mesi dall’approvazione, anche questa corredata da relazioni e pareri degli organi di controllo;
entro il 30 giugno un budget finanziario su base trimestrale, che contenga la previsione economico-finanziaria e la previsione di evoluzione del Capitale Circolante Netto;
ogni trimestre, entro 30 giorni, un report consuntivo sul capitale circolante netto che, se negativo, dovrà essere corredato dalla conferma delle azioni in corso di esecuzione (versamenti in conto futuro aumento di capitale, oppure sottoscrizioni di aumenti di capitale, oppure evidenza dell’erogazione di finanziamenti infruttiferi da parte dei soci);
ogni tre mesi il prospetto di calcolo dell’indicatore R/I (Ricavi/Indebitamento), che dovrebbe essere superiore a 3.
Voi ritenete che non ci saremmo accorti della reale gravità di quello che stava accadendo? E non saremmo dovuti intervenire per tempo cercando di arginare il fenomeno prima che la valanga travolgesse la Società?
Beh, signori, un soggetto che ha accesso a queste informazioni esiste: si chiama Co.Vi.Soc. ed è un organo della FIGC.
È quello che a maggio dell’anno scorso, essendo anche incaricato dei controlli per il rilascio della Licenza UEFA, bocciò il Parma FC per il mancato pagamento di alcune ritenute.
Indipendentemente dalla correttezza della decisione presa, col senno di poi viene in mente che forse è stato il segnale che si è voluto mandare al Presidente Ghirardi che la festa era finita. Dimenticando, però, che chi doveva fare in modo che non degenerasse e ne aveva tutti gli strumenti non ha saputo usarli. O forse non ha voluto, per non dover poi intervenire su troppi soggetti traballanti?
Fatto sta che ora qualcun ritirerà fuori gli scandali del passato, tutte quelle situazioni in cui i successi sportivi delle squadre italiane sono stati costruiti sulla pelle di cittadini e risparmiatori (e, purtroppo c’era anche il Parma di mezzo). Ma mentre si alzerà questa cortina fumogena, che consentirà di continuare a consentire ad alcuni Presidenti di accumulare la polvere sotto il tappeto, continueremo a non affrontare il problema; perché probabilmente non è interesse di nessuno affrontarlo.
Rimangono i veri sconfitti di questa situazione: i tifosi. Oggi tocca a quelli del Parma, ma domani potrebbe essere il turno di qualcuno che sta leggendo questo post e fino a poco fa si “beava” del fatto che la sua squadra si fosse regolarmente iscritta al campionato e, magari, avesse anche ottenuto la Licenza UEFA.
Poi qualcuno ci spiegherà un giorno, come sia possibile che un organo così delicato come la Co.Vi.Soc. non sia capace ad operare o, forse peggio, non sia messo nelle condizioni per poter operare.
Come abbiamo detto all’inizio di questo post ci vogliono le regole, ci vogliono i soggetti deputati a controllarne il rispetto. Ma poi, ed è la chiave di volta, ci vuole la volontà di farle rispettare e di sanzionare chi non lo fa.
(Fonte: iltifosobilanciato)