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Sala Baganza: Officine Pellacini ancora all’asta

Non c’è pace, in quel di Sala Baganza, per le storiche Officine Pellacini, che da oltre un anno sono in cerca di un compratore, ma che finora hanno preso solo due bidoni. L’attività è chiusa e ora anche il nome sta per scomparire: c’è una nuova offerta, ma non per il marchio.

Alla fine del 2013, la Pellacini ha ottenuto l’omologa del concordato sui debiti, che prevedeva la cessione del ramo di azienda per 1,4 milioni di euro al gruppo Isp Roma, che doveva anche assumere i 9 dipendenti. Ma a distanza di pochi mesi, questa società si tirò indietro, lasciando tutti in braghe di tela, rimettendoci appena una penale di 23mila euro. Lo scorso settembre arrivò però la Rossi Impianti Industriali srl di Parma, che propose di acquistare a prezzo di saldo tutte le proprietà con un certo valore della Pellacini: marchio, macchinari e portafoglio clienti ad appena 270mila euro. La procedura concorsuale mise all’asta questi beni (stimati almeno 640mila euro) e si fece avanti un’altra società, la Alutec srl di Reggio Emilia, che offri 290mila euro. La Alutec sembrava aver fatto un affare, eppure, a distanza di diversi mesi, non ha mai pagato i 290mila.

La cessione alla Alutec è stata dunque annullata e a marzo si terrà una nuova asta per cedere i beni mobili della Pellacini. Asta decisa dopo che l’ennesima società ha chiesto di poter comprare macchine e magazzino: si tratta della Olimpia 23 Srl, registrata a Roma ma con sede a Vedelago di Treviso. Olimpia 23 ha offerto 150mila euro per tutte le attrezzature e i materiali rimasti a Sala Baganza, beni che erano stati stimati oltre i 600mila euro. Ma non vuole il marchio, valutato altri 80mila euro.

Il 19 e i 26 marzo si terranno due aste per vedere se c’è qualcuno interessato anche al marchio o che almeno offra un po’ di più: il concordato Pellacini dovrebbe recuperare 3.788.233,25 euro, per coprire il 79% dei crediti chirografari, come promesso nello stesso concordato. Alla procedura concorsuale restano ancora in mano gli immobili dell’impresa, stimati circa 2,5 milioni di euro.

La Pellacini, fondata nei primi del ‘900, ha sempre lavorato nella realizzazione di impianti per la lavorazione del pomodoro e della frutta, venduti in Europa, Sud America, Nord Africa, Medio Oriente e più di recente in Asia orientale. La Olimpia 23 si occupa invece di servire il settore edile, con macchine per lavorare legno e ferro, box, macchine movimento terra, autogru, ecc..

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