Eccoli i conti del Parma. Il bilancio relativo alla stagione 2013-2014 approvato a fine dicembre indica un indebitamento lordo di 197 milioni di euro che al netto dei crediti scende a 96 milioni. E’ la montagna che dovrà scalare la nuova proprietà Manenti, che oggi alle 14,30 si presenta al Tardini.
Una escalation partita nel 2006-2007 quando il passivo era di soli 16 milioni. Il resto lo ha fatto la gestione Ghirardi – Leonardi, in particolare dal 2010 in poi. Ad esempio l’anno scorso gli stipendi sono passati da 43,5 a 52 milioni con 55,6 mln di ricavi e 108,3 mln di costi: in pratica – come esemplifica la Gazzetta dello Sport che ha vagliato il documento economico depositato alla Cciaa- le uscite sono il doppio delle entrate.
Nell’ultima stagione il ricorso a banche e istituti di factoring è salito da 39,8 a 48,3 milioni, le pendenze coi fornitori da 28 a 37,7, con il personale da 6,6 a 12,9 e con l’erario da 12 a 16,7. Ecco perché i revisori contabili hanno messo nero su bianco che in queste conduzioni era a rischio la continuità aziendale.
Ghirardi ha lasciato una montagna di debiti, dopo di lui il caos: oggi si conosceranno le intenzioni del quarto presidente in poco più di un mese mentre la scadenza del 16 febbraio si avvicina. Se non verranno pagati gli stipendi arretrati scatterà una nuova penalizzazione e i giocatori metteranno in mora la società. Si apriranno le porte del fallimento e a quel punto la passata gestione sarà chiamata a dare spiegazioni negli uffici giudiziari.e
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