Ecco il nuovo Parma, targato Manenti, presidente e amministratore unico, e Alborghetti, manager che il 20 potrebbe lasciare o ricevere incarichi ufficiali, al momento corre contro il tempo per l’avvio della ristrutturazione aziendale, si presentano.
Le idee paiono chiare. Un piano quinquennale per riportare il Parma “tra le prime sette in Italia”. Il come, meno. Da dove arrivi il denaro, chi sia davvero Manenti, chiacchierato e non immacolato manager già vicino al Brescia, che faccia la sua società di servizi, per ora, non è chiaro.
Come non lo sono nemmeno i suoi non meglio precisati affari con Slovenia e limitrofe.
Manenti: “Stiamo correndo e rincorrendo il tempo. Conto di arrivare per tempo alle scadenze”.
Alborghetti: “Stiamo procedendo alle carenze che c’erano”.
Sule cifre, Manenti: “Siamo riusciti a quantificare, grazie all’aiuto di Leonardi, le cifre necessarie nell’immediato. A Lungo termine contiamo di farlo in modo più approfondito”.
Il progetto è a lungo termine: “Avevamo contattato e studiato Parma a ottobre. Abbiamo un piano quinquennale: otterremo risultati attraverso determinati step, con la ristrutturazione aziendale e lavorando sul marketing e sull’ aspetto tecnico finanziario. In 5 anni vogliamo portare la rosa ad un certo livello. Abbiamo obiettivi da raggiungerre, coinvolgeremo investitori non solo italiani”.
I nomi degli investitori? “Mapi group” Lo ripetono Manenti e Alborghetti più volte. Poi precisano: “Ci sono altri investitori interessati non solo a Parma ma al tessuto produttivo della zona”, ma l’imprenditore di riferimento è Mapi Group.
A breve, la nuova proprietà assicura “non risolveremo tutta la questione economica, ma contiamo di non arrivare a penalità per il campionato”. Un aspetto importante “Vogliamo salvarci, sembra un’utopia ma il nostro piano passa anche attraverso questo. Anche la retrocessione rientra nelle possibilità, ma gli introiti della B non sono gli stessi della A, quindi il progetto vedrebbe un’immediata risalita perché il posto del Parma è in serie A“.
Alle spalle “abbiamo diversi istituti bancari”. Ma quali? “Il 16 non finisce il mondo, ci toglierebbero dei punti e questo complica la questione salvezza. Nel breve, ripeto, puntiamo a non farceli togliere”. I pagamenti :”Abbiamo la firma, se non è oggi pomeriggio sarà domattina. Ai giocatori non abbiamo detto che domani avranno i soldi, se poi succede qualcosa… comunque abbiamo spiegato cosa sta succedendo. La situazione non ha influito sull’aspetto sportivo ma su quello psicologico. Erano comunque più sereni del primo giorno che li abbiamo visti”.
Nei pagamenti non verrà fatta nessuna distinzione tra giocatori e dipendenti “abbiamo diviso in parti eque tra tutti”. Con i fornitori “parleremo a presto per un rientro veloce”. Quanto veloce?
La filosofia sarà quella: “Del buon padre di famiglia: entrano i soldi, cerchi di non spendere e scialacquare”. “Volevamo arrivare oggi e mostrare i documenti con la prima tranche di pagamenti. Ma non è stato possibile”.