Ieri le polveri sottili nell’aria di Parma sono arrivate a 55 microgrammi per metro cubo. E’ stata l’unica città in regione a registrare un dato oltre il limite di 50 µg/m3. Siamo la regina nera dell’Emilia Romagna, la nostra aria è la più avvelenata della regione.
Ma siamo in buona compagnia: la media regionale di gennaio è attestata a 56,5 microgrammi, che pone la nostra regione oltre i limiti emissivi previsti dalla normativa.
Parma si è mangiata in meno di un mese più della metà del bonus annuale (35 sforamenti) concessi in un intero anno: un record di cui non andare fieri.
Intanto nei Pronto soccorso e presso gli ambulatori dei medici di base si assiste ad un vero e proprio boom di accessi: polmoniti, bronchiti, asme, crisi respiratorie, malattie della pelle, difficoltà bronchiali: lo stop delle vaccinazioni causate dai timori di inizio inverno ha fatto il resto. Intere città malate nelle fasce deboli, bambini e anziani.
Intanto il Comune corre ai ripari. L’assessore all’ambiente Gabriele Folli ha convocato per mercoledì pomeriggio le associazioni ambientaliste per esporre le decisioni in merito ed ascoltare proposte: siamo in piena emergenza ambientale e sanitaria, con la popolazione esposta a livelli di inquinamento che l’Oms indica come fonte certa di decessi, calcolandone anche il numero. Ogni 5 microgrammi di incremento di polveri sottili, la mortalità cresce del 7%, anche con basse esposizioni. E non serve nemmeno chiudersi in casa: le polveri ultrasottili attraversano i muri senza alcuna difficoltà.
La pressione della coltre nera insidia tutto il bacino padano: Emilia, Veneto, Lombardia. E servono interventi decisivi.
Targhe alterne, chiusura delle città, incremento del trasporto pubblico in particolare sulla frequenze di passaggio, spegnere emissioni inutili come gli inceneritori, istituire biglietti giornalieri e biglietti annuali flat, prendendo in considerazione anche l’acquisto forzato per i cittadini di un ticket personale annuale a tariffa calmierata, sviluppo ulteriore dei parcheggi scambiatori, progettazione a livello regionale di una rete di trasporto leggero di rotaia che consenta il collegamento delle periferie con i centri urbani, incremento di bike sharing e car sharing.
Servono provvedimenti shock , per rispondere ad una situazione già oggi scioccante.