Il fallimento come unica via d’uscita. Il fallimento pilotato, “Bari Style”, per intenderci, per conservare categoria e titolo sportivo.
Il Parma non ha tante via d’uscita, per fuggire alla prigione dei debiti, 60 o 80 milioni che siano, della messa in mora, della fuga dei calciatori, dello scomparire dal panorama calcistico ripartendo se va male dalla terza categoria se va bene dalla serie D.
Ne ha una: il fallimento pilotato. Ce lo spiega Donato di Campli, avvocato, stimato procuratore Figc dalla carriera in ascesa e grande esperto di…salvataggi in extremis, appunto.
“Il procedimento è abbastanza semplice – spiega – tramite questo procedimento il titolo sportivo viene messo all’asta, la nuova società, o newco, costituita per l’acquisizione, provvede all’acquisto. Di una società sana, della quale dovrà pagare solo i debiti sportivi, quelli con la Figc“.
Ovvero stipendi al netto dei contributi, ed eventuali pendenze con la federazione. Via il resto, fornitori, fisco, affini. Poco o nulla, rispetto a quanto dovrebbe pagare oggi.
Ma il tempo stringe. “Il fallimento va chiesto a stagione in corso, se lasci finire la stagione rischi di sparire dal mappamondo sportivo – spiega Di Campli – urge intervenire. Il fallimento può arrivare per tre strade: richiesto dalla Procura, in caso vengano ravvisati estremi di reato, per istanza presentata da alcuni creditori, oppure perché l’amministratore della società ne porta i libri in Tribunale. In seguito viene nominato un curatore, che guida l’esercizio provvisorio fino alla liquidazione, o, in un caso come questo, alla cessione “.
Ricordando che è prevista per mercoledì 28 gennaio la prima udienza davanti al giudice fallimentare dott. Piscopo per tre istanze da altrettanti creditori, viene quasi da sperare che il fallimento sia dietro l’angolo.
Ma per quale motivo se è una via di salvezza chi ne ha firme e deleghe non porta i libri, immolandosi per il Parma Calcio?
“Perché se il curatore dovesse rilevare illeciti, falsi in bilancio o stranezze, chi ha amministrato richierebbe grosso”.
La galera, multe, carriere finite, vite rovinate. Pretendere che chi ha affossato il Parma facendo finta di nulla fino ad oggi se ne prenda la responsabilità tutto d’un colpo, sarebbe troppa grazia…