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Sant’Ilario, premiazione e grandi proclami

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L’anno della svolta, l’anno del raccolto dopo aver seminato. Per Federico Pizzarotti, per l’Amministrazione, per Parma il 2015 sembra essere uno snodo cruciale. Il primo cittadino ha tracciato la rotta nel consueto discorso di Sant’Ilario, all’Auditorium Paganini, dove si è svolta la consegna della medaglia d’oro – all’associazione Aima, impegnata nella lotta contro l’Alzheimer – e delle civiche benemerenze. Tra i premiati gli “angeli del fango” (qui tutti i nomi).

E’ proprio con l’alluvione si è aperto l’intervento del primo cittadino. “Abbiamo vissuto insieme quei sei giorni, lavorando senza tregua, ognuno si è impegnato al massimo, uno sforzo di energia comune, di esempio per il Paese. Siamo stati un corpo unico, abbiamo dimostrato di essere ancora una volta comunità di cittadini”.

Un discorso a tutto campo quello del primo cittadino, con l’unica citazione presa da Cesare Pavese: “C’è una vita da vivere, biciclette da inforcare, marciapiedi da passeggiare e tramonti da godere”.

In primo piano il tema dei tagli del governo, e l’emergenza legata ai servizi integrativi per le persone con disabilità, che ha sollevato la forte protesta della famiglie. Il sindaco ha confermato l’impegno a mettere in atto tutti gli sforzi per risolvere il problema, che sarà portato all’attenzione dell’Anci già nella prossima seduta, per cerare un fronte comune. E all’esecutivo Pizzarotti ha mandato un messaggio, difendendo il ruolo dei Comuni: “Investiamo in servizi e scuole, la nostra spesa non è parassitaria, i nostri investimenti non sono sprechi, usiamo risorse con etica e coscienza”.

Centrale nel discorso il tema dell’internazionalizzazione come sentiero d’uscita dalla crisi. Il sindaco ha ricordato le trasferte in Russia e Giappone e il prossimo viaggio negli Stati Uniti. E quindi l’importanza del turismo, settore su cui l’Amministrazione intende continuare a battere: “Abbiamo tutti i requisiti per essere leader nel settore. La Parma del domani deve essere aperta a nuove relazioni. Più presenza internazionale vuol dire più lavoro. Siamo noi che dobbiamo prendere per mano il mondo e portarlo a Parma”. Sullo sfondo il Regio e l’aeroporto. Per il Teatro la sfida del Festival Verdi verrà affrontata facendo sistema e unendo le forze: questo lo scopo del nuovo comitato, cui Pizzarotti ha fatto riferimento nel corso della cerimonia. Più generico l’argomentare sullo scalo, il cui futuro appare sempre incerto, immaginato dal sindaco come una “porta sul mondo” per l’Emilia occidentale, l’area vasta, che secondo Pizzarotti, va costruita e dove Parma deve giocare un ruolo guida.

Quindi l’appello all’unità: “Non daremo spazio a chi si rassegna, a chi vede fallimento e caos in ogni scelta. Il pessimismo è una stile di vita che non ci appartiene. La città non la cambia un sindaco o una Giunta, ma i parmigiani”.

 

I PREMI

MEDAGLIA D’ORO

ASSOCIAZIONE ITALIANA MALATI DI ALZHEIMER – AIMA
Motivazione – La Medaglia d’Oro del Premio Sant’Ilario 2015 viene conferita ad AIMA – Associazione Italiana Malati di Alzheimer sezione di Parma – per l’efficace e sensibile sostegno in favore dei malati e delle famiglie coinvolte nel delicato problema delle demenze, per garantirne dignità e autonomia.

ATTESTATI DI CIVICA BENEMERENZA

POLISPORTIVA COOP CONSUMATORI NORDEST
Motivazione – L’attestato di civica benemerenza viene concesso alla Polisportiva Coop Consumatori Nordest per l’impegno profuso, in oltre 50 anni di attività, nella formazione di tanti ragazze e ragazzi, aiutandoli nel loro percorso di crescita secondo i principi ed i valori che informano il mondo dello sport, per farne i cittadini di domani.

PAOLA MATTIAZZI
Motivazione – L’attesto di civica benemerenza viene concesso alla Cav. Paola Mattiazzi per l’impegno profuso in oltre dieci anni di attività, in qualità di presidente della sezione Anac di Parma, per aver promosso la cultura e l’interesse per gli sport equestri attraverso l’organizzazione d’iniziative di prestigio volte a coinvolgere l’intera cittadinanza.

UNIVERSITA’ POPOLARE DI PARMA
Motivazione – L’attesto di civica benemerenza viene assegnato all’Università Popolare di Parma per il contributo volto alla promozione dello sviluppo culturale e civile dei cittadini ed alla diffusione dei principi di democrazia e solidarietà, e nella difesa delle libertà civili individuali e collettive.

MANFREDI SAGINARIO
Motivazione – L’attestato di civica benemerenza viene concesso al professor Manfredi Saginario per gli importanti risultati raggiunti nella propria carriera di neuropsichiatra in un percorso che è stato sempre contraddistinto da una profonda umanità.

GLI ANGELI DEL FANGO
Motivazione – L’attestato di civica benemerenza viene conferito agli “angeli del fango” e consegnato alla Consulta Provinciale Studenti, quale soggetto che rappresenta simbolicamente tutte le ragazze e i ragazzi che con il loro slancio hanno contribuito a dare nuova speranza alla città di Parma, dopo l’alluvione del 13 ottobre 2014, grazie al loro meraviglioso esempio di generoso e spontaneo altruismo.

COPPINI ARTE OLEARIA
Motivazione – L’attestato di civica benemerenza viene concesso alla ditta Coppini Arte Olearia per aver fatto della qualità la propria filosofia aziendale e come esempio di giovane e innovativa imprenditoria che opera sul territorio parmense.

 

IL DISCORSO INTEGRALE DEL SINDACO

“Concittadini e autorità, buongiorno a tutti.

Nel darvi il benvenuto vi ringrazio per essere presenti nel tradizionale giorno di Sant’Ilario.
Come ogni anno, oggi è l’occasione per tracciare un bilancio dei dodici mesi trascorsi.
Un periodo che gli indicatori generali del Paese ci descrivono ancora di difficoltà sociale, crisi economica e produttiva.
Ma se questo è vero per l’Italia intera, sarebbe ingeneroso riassumere solo in questi termini il nostro 2014.
Anche noi abbiamo risentito delle difficoltà in cui si è ritrovato a navigare il Paese, ma il 2014 ci ha anche visto raggiungere risultati positivi.

Per prima cosa, da parmigiano innamorato della mia città, voglio iniziare il 2015 rivolgendomi ai concittadini duramente colpiti dall’alluvione.
Un evento che non si verificava da 100 anni. Lo abbiamo vissuto insieme lavorando notte e giorno senza tregua: tecnici, esperti, cittadini e soprattutto volontari. Ognuno si è impegnato al massimo e secondo le proprie capacità. Uno sforzo di energia comune che penso sia stato da esempio per tutto il Paese.

Oggi il mio pensiero va alle famiglie che hanno vissuto quel dramma in prima persona: ci impegneremo affinché sia riconosciuto dallo Stato il corretto risarcimento; rimetteremo in sesto gli edifici pubblici, come in parte sta già avvenendo; infine ci impegneremo affinché parlamento e governo mantengano la responsabilità e l’impegno di dotarci delle nuove casse di espansione, a partire da quella sul Baganza, per arrivare al completamento delle opere minori ma non meno importanti, come la cassa sul Burla. Se prima di ottobre 2014 mettere in sicurezza il territorio era una priorità, adesso costituisce una vera e propria necessità.

Un pensiero e un ringraziamento particolari vanno a tutte le persone che hanno contribuito a rialzare la città: per sei giorni siamo stati tutti un corpo unico, un solo braccio, una sola voce.
Abbiamo dimostrato ancora una volta nella nostra storia di essere una Comunità di cittadini e non una comunità di individui.

“Ognuno per sé” è un motto che non ci è mai appartenuto, che non ci appartiene, e che non ci deve appartenere.
Quando in futuro ci capiterà di ripensare a questi giorni non racconteremo di una città in ginocchio, ma di una comunità che nella difficoltà ha trovato la forza per rialzarsi, ritrovando se stessa nello spirito di comunità che l’ha mossa.

Da ultimo non per importanza ringrazio i giovani volontari parmigiani, i tanti giovani che vivono, studiano e lavorano nella nostra città. Avete saputo rispondere prontamente al richiamo della comunità, mossi da un genuino sentimento di amore per il prossimo e per la città. Grazie ragazzi! Il vostro impegno, il vostro duro lavoro nel fango ci ha arricchito tutti. Grazie di cuore soprattutto a voi, che più di tutti soffrite il dramma della crisi e della disoccupazione giovanile.

Non esiste futuro per un Paese (o per una città) senza il contributo dei giovani. Ne siamo consapevoli. Sin dal primo anno di lavoro ci siamo adoperati per aprire la strada a una nuova generazione di giovani uomini, protagonisti in ogni campo della società. L’obiettivo è di abbattere il muro dell’instabilità economica che ci separa dalla sicurezza sociale, per quanto possibile e in nostro potere.

Vogliamo una presenza consapevole e protagonista dei giovani nella vita della città. Crediamo che il Comune possa e debba promuoverne le opportunità, gli strumenti per valorizzarne il merito.
Ne è un esempio tra i tanti On/Off, una realtà tutta parmigiana giovane e vivace, promossa dalle Politiche Giovanili del Comune. Nel 2014 ha compiuto il suo primo anno di vita.
On/Off offre ai giovani uno spazio per condividere idee e per fare impresa, per unire capacità, creatività ed esperienze al servizio della Comunità.
Con gli strumenti a nostra disposizione, per quanto possibile dobbiamo accompagnare il cammino dei giovani nel mercato del lavoro, perché inutile e superficiale rimandare ogni volta la questione al futuro, come se fosse sempre “domani” il tempo dei giovani.

Il tempo è adesso, perché essere giovane è l’aspetto più vitale e appassionato di una società viva e pronta al progresso. Allora avanti i giovani, la loro immaginazione, la loro inventiva.
Avanti il merito e l’intelligenza.
In termini più ampi la disoccupazione giovanile, come l’aggravarsi della crisi e la stagnazione dei consumi, sono questioni che devono essere affrontati dalla politica centrale.
A noi spetta richiedere al governo il più ampio e aperto confronto possibile, per rispondere con efficacia e merito alle legittime aspettative dei cittadini e delle imprese.

Da queste considerazioni vorrei che partisse la nostra Assemblea. È chiaro che oggi le Amministrazioni Comunali svolgano un ruolo centrale per la vita delle persone, più di quanto non lo svolgessero solo dieci anni fa.
Perché è ai sindaci che si chiede di risolvere i problemi quotidiani della vita, al di là delle responsabilità e della disponibilità economica.
Ai Comuni si chiede una casa, nuove forme di sussidio alle persone, sostegni per i non autosufficienti.
Quando le aziende entrano in crisi è al Comune che fanno riferimento, come si rivolgono al Comune coloro che perdono il lavoro e non hanno più di che arrivare alla fine del mese.

In un cruciale periodo di recessione, appare chiaro che investire sulle città significa contribuire alla stabilità delle famiglie, alla solidità delle imprese, al contrasto delle disuguaglianze e dei drammi sociali.
Da quest’anno Parma rappresenta nella vicepresidenza Anci (l’associazione dei Comuni italiani) gli 8 mila Comuni italiani. Abbiamo assunto questo incarico con soddisfazione perché soprattutto oggi il nostro compito è di far rispettare il ruolo di garanzia che i comuni hanno verso le famiglie, le imprese e la società. Già da domani saremo pronti a dialogare col governo, purché il governo sia pronto a riconoscere ai Comuni la loro funzione.

Un altro importante compito ci attende: ridisegnare il nostro sistema economico e territoriale.
Il mondo di oggi è drasticamente cambiato rispetto al mondo di ieri. Se nel recente passato la competizione tra le città era il motore della crescita locale, oggi la crescita passa dalla competizione tra i territori. La crisi limita i poteri dei singoli Comuni, mentre un’economia sempre più globale ne allarga gli orizzonti e le prospettive.
Avranno più opportunità e saranno più incisivi quei territori che sapranno fare squadra, attraendo imprese e potenziando la qualità dei servizi. Saranno favoriti i territori che sapranno trasformare le proprie eccellenze, in eccellenze italiane ed europee.

Ma al tempo stesso saranno più dinamiche quelle città che nella competizione uniranno le proprie forze economiche, produttive e culturali, in un’idea comune di città e di territorio.

Mi riferisco in particolare al solido sistema delle nostre imprese, alla Camera di Commercio e alle grandi famiglie industriali parmigiane, che hanno fatto la storia recente di Parma: per competere abbiamo bisogno delle vostre capacità imprenditoriali, dell’esperienza maturata e delle vostre intuizioni. Ma abbiamo anche bisogno del sapere scientifico dell’Università di Parma, della sua di ricerca, e della sua abilità nel far emergere talento e merito.
Serve infine una politica che sappia ridare fiducia ai cittadini, e che sia sintesi e unione di tutte le forze della città.

E’ tramontato il tempo dei Comuni ricchi finanziariamente, che tutto possono e a nessuno devono chiedere. Sta invece nascendo il tempo di considerare ricchezza l’unità politica dei territori e delle città, superando le barriere ideologiche e campanilistiche che spesso ci dividono tra cittadini, tra città, tra province.
Inventiva, creatività, innovazione, intelligenza e condivisione: sono queste adesso le ricchezze da utilizzare.
L’Emilia occidentale è il territorio del nostro domani: tra Piacenza e Modena si stende un’area vasta che l’Europa osserva con interesse. Parma ha tutte le carte per assumerne il ruolo di leader e di traghettatrice in questa fase di transizione.

Un punto di partenza può essere rappresentato dall’aeroporto Giuseppe Verdi. Dobbiamo pensare il Verdi come fosse una porta che apre la città al mondo, e il mondo alla città.
Un ponte internazionale che colleghi l’Unione Europea con il territorio emiliano. Il futuro del Verdi è questo o non avrà futuro.

E a proposito di relazioni internazionali. Il 2014 è stato per molti aspetti l’anno della semina, il 2015 dovrà essere quello del raccolto.
Abbiamo in progetto una Parma che vuole allacciare nuovi rapporti internazionali, consolidare gli attuali sbocchi commerciali ma aprirne di nuovi, instaurare nuovi scambi culturali, nuove possibilità d’investimento.
Pensiamo a una città a vocazione turistica. A Parma il turismo è cresciuto del 7% e non guarda più soltanto alle sue origini agroalimentari. Dobbiamo puntare ad essere una delle città d’arte di livello Europeo, abbiamo un territorio che può offrire sia la fredda pietra dei castelli senza tempo, che le afose emozioni del grande fiume. Possediamo tutti i requisiti per essere leader nel settore turistico.

Nel 2013 a Mosca abbiamo stabilito rapporti con il mercato russo, recentemente abbiamo posto le basi per un gemellaggio in Giappone e presto mi recherò negli Stati Uniti su invito del governo americano. Anche questa è la Parma del domani: aperta a nuove relazioni ma ben salda alle sue origini storiche e culturali, a misura d’uomo ma proiettata nel mondo. Più presenza internazionale vuol dire più impresa. Più impresa significa più lavoro. Più lavoro vuol dire affrontare e saper vincere la crisi.

Parma è pronta alla sfida di quest’epoca? Credo proprio di sì.
Se aspettiamo che il mondo giunga da noi possiamo attendere anche un secolo.
Siamo noi che dobbiamo prendere per mano il mondo e portarlo a Parma, far conoscere agli investitori il nostro sistema, i nostri valori, il mondo produttivo di piccole, medie e grandi imprese, oltre alle nostre grandi ricchezze materiali e immateriali.

Un 2015 ancora più epocale se pensiamo che alle porte di Parma, a Milano, avremo l’Expo. Per certi aspetti l’Esposizione Mondiale è iniziata proprio da Parma, quando recentemente ci hanno fatto visita rappresentanti di oltre 100 nazioni partecipanti. L’Expo 2015 sarà una sfida storica che ci vede pronti. Noi la aspettiamo: siamo già al lavoro affinché si trasformi in una spinta di progresso per tutto il territorio, l’inizio di una nuova stagione per la promozione e per il rilancio di tutto il nostro comparto produttivo.

Per il 2015 questi importanti obiettivi non saranno gli unici propositi.
Cesare Pavese diceva che: “C’è una vita da vivere, biciclette da inforcare, marciapiedi da passeggiare e tramonti da godere”.
Insomma, tante sono le cose da fare che ci riempiono di entusiasmo.

Quest’anno avremo a Parma la tappa della Mille Miglia, un’occasione internazionale per accendere ancora una volta i riflettori sulla nostra città, e il ritorno delle Frecce Tricolore.
Mentre inizieranno i lavori dell’organizzazione e di promozione di un grande evento legato al cibo che vedrà la prima edizione nel 2016: Gola Gola Food e People Festival.
Una città non è determinata dai suoi confini ma dai suoi obiettivi, che noi intendiamo legare alla storia, alle origini e al progresso di Parma.
Obiettivi che possono essere raggiunti solo se la città poggia su basi sociali solide e sicure.

La minaccia della crisi è anche causata da tagli non più sostenibili per i comuni.
Noi di Parma stiamo affrontando uno sforzo quotidiano per salvaguardare la tenuta sociale, avendo dovuto sopportare un pesantissimo debito iniziale, ormai ridotto di circa il 40%.
Nonostante ciò, rischiamo di subire una nuova scure per 20 milioni di euro. Pari circa al 25% delle spese non vincolate, che sarebbero un duro colpo ai servizi essenziali al cittadino.
Forse al governo non è chiaro il ruolo dei Comuni: spendiamo per nuovi posti negli asili nido, per assistenza domiciliare, per rivitalizzare il commercio. Utilizziamo ogni euro spendibile per realizzare alloggi popolari. Mentre investiamo per costruire nuove scuole, riqualificare le strade, gli edifici storici e in generale per garantire il benessere della città. La nostra spesa non è parassitaria, i nostri investimenti non sono sprechi. Usiamo le risorse pubbliche secondo criteri di etica e coscienza.
Pretendiamo che ci siano garantite le entrate per assicurare alla città la vita che si merita. Chiediamo autonomia finanziaria per rispondere con efficacia alle esigenze dei cittadini.

Crediamo maturo il tempo per una riforma della Pubblica Amministrazione e della burocrazia: gli ultimi 4 anni sono stati destinatari di oltre 50 decreti o provvedimenti legislativi sulla finanza pubblica. Vuol dire intervenire di continuo sui bilanci e sulle azioni amministrative, ritoccando, riformulando, riscrivendo. A pagarne il prezzo non è il Comune ma la vita intera della città.
Al contrario chiediamo per noi azioni più dinamiche, decisioni più veloci e poteri più ampi.

Sia chiaro: la sfida di Parma e dei Parmigiani per il 2015 è che questo sia un anno di svolta.
Vivremo una città nuova nell’aspetto e più audace negli obiettivi. Due anni di appassionato lavoro hanno preparato il terreno ai risultati.
Anche nel ciclo della vita, come in quello della terra, il raccolto segue sempre la semina. Oggi non daremo spazio a chi si rassegna, a chi vede solo fallimento o caos. A chi non affronta i problemi, ma preferisce sottrarsi alle responsabilità per paura di sbagliare.
Il pessimismo è uno stile di vita che non ci appartiene, che non tiene conto delle generazioni future, del valore del progresso, della volontà di migliorarsi.

Nel 2015 la parola “Cultura” rappresenterà ancora un investimento e non un costo. Per noi parmigiani cultura è esigenza di vita, un modo d’essere della nostra società: ne tira le fila e ne rappresenta le radici.
Penso al Teatro Regio, che per il secondo anno ha chiuso il bilancio in pareggio. Negli ultimi anni il Regio ha dovuto compiere una difficile parabola, della quale forse ora affronta l’ultima china.
Noi riteniamo che il Teatro Regio vivrà se è la città stessa fornirà le energie necessarie per tenerlo vivo e vitale.
Ma chiariamolo subito: noi tutti vogliamo che nostro Teatro rimanga un centro di produzione di eccellenza di Opere Liriche, caratteristica che ci distingue e contraddistingue, tornando però ad essere capaci di rapportarci con gli altri teatri e puntando anche ad essere una fucina di giovani talenti.

Ora due obiettivi immediati ci separano dal suo rilancio: una nuova guida e il riconoscimento nazionale del Festival Verdi, supportato da adeguati finanziamenti statali.
Nessun ministero può pensare di confinare Regio e Festival Verdi tra le mura di Parma. Entrambi sono aperti al mondo perché patrimonio della nazione, vivono del rispetto e dell’ammirazione che il mondo nutre per loro.
Ed è per questo che sarà fondamentale dare vita ad un comitato, chiamando a raccolta tutto il nostro patrimonio culturale ed economico, per porci l’obiettivo di consolidare e rilanciare il nostro Festival.
Ed è per questo sentimento di affetto e orgoglio che persone come il Maestro Bruson, nostro Cittadino onorario e legato da grande affetto al nostro Teatro, ha donato alla nostra città attraverso la Fondazione Cariparma, la sua personale collezione di opere d’arte.

Ma cultura non è solo formazione intellettuale o artistica. È un concetto che lega lo sviluppo della città in tutti i campi della vita: è istruzione, valorizzazione degli edifici storici e pubblici, rilancio del piccolo commercio come espressione del tessuto sociale. Cultura è anche tutela dell’ambiente nel quale, in quanto cittadini, viviamo e ci esprimiamo.

Partiamo dall’istruzione, dalla salvaguardia delle scuole e dalla salute dei nostri figli. Tutto l’amianto che era ancora presente nei nostri edifici scolastici (circa 8500 metri quadrati) è stato completamente rimosso. Parma è tra le prime in Italia ad aver compiuto il passo. La sicurezza e la salute non sono una mera voce di un programma elettorale, ma un diritto da tutelare.

Nell’anno appena trascorso abbiamo inaugurato due nuove scuole: il nido Scarabocchio e l’Origami a Corcagnano. Nel 2015 proseguiranno senza sosta i lavori per la nuova Racagni.
Ma paradossalmente è proprio su questo settore, su cui si dovrebbe solamente investire, che le risorse del governo vengono a mancare.
Perché se è vero che la vita di una città è fatta di scelte e di priorità, non si può ignorare il fatto che i margini di manovra di un comune sono ormai quasi annullati.

Il 2015 sarà anche un anno dedicato al risveglio dei nostri edifici storici. Partirà la progettazione per l’abbassamento di via Romagnosi, che consentirà di strappare il Ponte Romano al degrado e riconsegnarlo alla città e ai turisti, con l’intento di rivitalizzare la Ghiaia; sono già stati investite risorse per la riqualificazione dell’Ospedale Vecchio, partendo proprio dal ruolo centrale della Biblioteca Civica e dall’archivio di Stato, e per il consolidamento del complesso di San Paolo e del suo Campanile grazie alla Fondazione Monte; cominceranno i lavori per l’apertura del cancello su viale Piacenza del Parco Ducale; verrà terminata una parte importante dell’ex Ostello della Cittadella; stanno per iniziare alcuni lavori per la sicurezza e la funzionalità del Teatro Regio; senza dimenticare il completamento del DUC che permetterà di accentrare e razionalizzare spese e società comunali.
L’urbanistica in Italia non può essere innovazione senza tradizione: riconosceremo il giusto valore alla bellezza della storia di Parma, per troppo tempo trascurata; legheremo lo sviluppo urbano all’aggregazione sociale, all’armonia con l’ambiente circostante e alla riforma tecnologica. Faremo del nostro passato la base fondante del nostro Futuro.

Penso infine all’ambiente, alla mobilità e al rilancio del piccolo commercio.
Temi legati a doppio filo tra loro. Una città a misura d’uomo si ottiene con una mobilità efficiente, moderna e più ecologica, una pedonalizzazione più ampia e un piccolo commercio prospero e virtuoso. Abbiamo già investito tempo e fondi per tutti questi obiettivi, avendo già sbloccato i nuovi eco bus, finanziato la riapertura di negozi tradizionali in centro, poste le basi ideali per una pedonalizzazione del centro storico. Continueremo su questa strada, abbinando il respiro internazionale di Parma con la sua tipica tradizione di città vivibile e familiare.
Insomma, questo può essere l’anno della svolta. L’anno per realizzare insieme una Parma più dinamica ma a misura d’uomo.

Vivace nella trasformazione urbanistica, ma eticamente proiettata alla riscoperta dei suoi simboli storici. Una Parma che non si sentirà vecchia, ma orgogliosa di riportare alla realtà le sue origini.

È il nuovo percorso che stiamo compiendo.
Non è un cammino fatto di promesse, ma fatto di sfide e di ostacoli da superare.
Faccio quindi appello all’unità: la Comunità parmigiana è una grandissima e fiera Comunità di donne e di uomini. Sono tante le prove che abbiamo il compito di affrontare e insieme risolvere.
Alcune costituiscono una vera e propria emergenza sociale, come il servizio integrato per i disabili, che abbiamo tutta la volontà e il cuore di mantenere e che sin da domani ci vedrà al lavoro.

Sono convinto che Parma non abbia già dato.
La Parma più bella è quella che dobbiamo ancora realizzare.
Una Parma che non si arrende ad un declino che qualcuno vorrebbe già annunciato.

Permettetemi però l’inciso: per vincere le sfide dell’oggi e del domani, serve una Comunità intera.
Come Istituzioni ci sentiamo in prima linea per la nostra Parma, ma lasciatemi dire che una città non la cambia un sindaco, non la cambia una Giunta. La cambiano i parmigiani.
Non c’è niente, niente, che Parma non sappia affrontare a testa alta trovando le soluzioni giuste alle problematiche odierne.

Infine credo che ci sia un Paese che viaggia molto più veloce della politica.
E’ il Paese rappresentato dalle città.
Siamo noi il motore dell’Italia: qui realizziamo programmi di smart cities; qui crescono le esperienze per servizi all’infanzia più innovativi; qui si realizzano progetti a basso impatto ambientale; qui investiamo sulla riqualificazione energetica e ci adoperiamo per le politiche di integrazione e di aggregazione.

Se la politica nazionale è più lenta non siamo noi a dover frenare, ma è la politica a dover mettersi al passo con la società. Purtroppo c’è ancora un’Italia che non si cura più delle sue potenzialità, forse le lascia deperire tra l’indifferenza generale. Noi invece siamo pronti a pensare alla Parma delle eccellenze. Lo dico con sincerità e fierezza: se Parma è più bella, anche l’Italia diventa più bella.

Ecco: noi, tutti insieme, vogliamo essere quel Paese”.

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