Dopo le conferme dell’assessore Laura Rossi sui tagli alleducazione ai disabili nelle scuole di Parma, un rumoroso gruppo di genitori di bambini portatori di handicap è sceso un’altra volta in piazza a protestare. Ieri mattina, sotto il Comune, sono state raccolte centinaia di firme di cittadini indigrati per i tagli che la Giunta Pizzarotti sta per approvare.
La situazione è nota. L’assessore Rossi l’ha riassunta più volte: lo Stato toglie a Parma 20 milioni di euro; di questi, la Giunta ha deciso di farne ricadere 5 sul bilancio dei servizi sociali; ai servizi educativi per i disabili saranno tolti 900mila euro. Fino a fine febbraio, la presenza degli educatori resterà quella attuale, poi si dovrà scegliere: o si riduce dal primo marzo per spalmare il taglio fino a fine scuola, oppure si prosegue col servizio come serve fino a Pasqua e dalla settimana dopo tutti gli educatori sono a casa.
Le famiglie che si sono raccolte attorno all’albero di Natale in piazza Garibaldi hanno urlato ancora “Vergogna vergogna!!” e “Vigliacco!” al sindaco. Hanno spiegato a suon di slogan che una città civile non può creare bambini di serie A e di serie B, come accadrebbe se non ci fossero più gli educatori: chi ha handicap, senza educatore a scuola non ci va più.
La mattina è servita per avviare una petizione, che chiede al Comune di cambiare i suoi programmi. I tagli non vanno fatti al welfare. E la Giunta deve cercare risorse alternative e premere sul Governo nazionale perché cambi le cose. Altrimenti, ad urlare “vergogna” torneranno sempre più spesso sempre più persone.
Ecco il testo della petizione:
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Al Primo Cittadino, Sig. Pizzarotti,
Gent. Cittadini
Siamo genitori di ragazzi diversamente abili certificati ai sensi della legge 104.
Oggi siamo qui per chiedere, insieme a voi, che venga garantito ai nostri figli IL DIRITTO ALLO STUDIO .
I nostri bambini hanno bisogno di essere accompagnati in questo percorso di crescita dagli educatori per rendere effettiva l’integrazione a scuola.
Chiediamo all’amministrazione comunale d’impegnarsi nella preparazione di un nuovo bando di gara per l’aggiudicazione del servizio d’integrazione scolastica affinche’ il futuro di questa pratica di civilta’ non si interrompa a giugno ma prosegua negli anni a venire con coerenza rispetto ai valori umani e con continuita’ progettuale.
Diciamo che le persone vengono prima delle cose e che i tagli non si possono fare sui diritti e sui servizi poiché una scuola senza disabili e’ una scuola piu’ povera.