Tutte le strade portano a lui, Mister Rezart Taçi.
Quali strade? Le stesse che sono costate al Parma i futuri punti di penalizzazione per il preliminare firmato poi disatteso, quelle che mettono il petroliere albanese tra i clienti (e soci) dell’Avvocato Fabio Giordano, presidente tecnico dei gialloblù, quelle che dicono che Doka, a tutt’oggi titolare la Dastrasoocomesichiamaholdingsltd, è un amico fraterno ed ex amministratore in Italia del suddetto mister X, quelle che ci dicono che la scatola vuota con mille euro di capitale sociale e sede a Cipro è nata giusto giusto ai primi di dicembre. Quando pareva ce la trattativa con Taçi fosse ormai conclusa.
Ma prima di chiederci perché Tçi si nasconde, e perché a suo tempo ha rinunciato, facciamo un passo indietro dentro le certezze (poche) che abbiamo. Chi è Fabio Giordano? Trentaseienne, belloccio, bravo ad intrattenere relazioni, ha lo studio a Roma ma è iscritto all’Albo di Paola, Cosenza, un legale ogni sedici abitanti.
A settembre, a braccetto con Taçi, ha fondato la Med Oil. Negli ani precedenti ha intessuto rapporti con svariate società di diritto panamense e svizzera, off-shore con bilanci a zero o liquidate in fretta ma dimostrazione del suo essere avvezo ai paradisi fiscali. Il che, potrebbe anche non essere un male, nessuno pretende che investano nel calcio dei benefattori gratuiti.
Socio col padre della Federer Petroil International, fallita, come la Fabio Giordano sas, sicuramente ha più esperienza come pierre internazionale che come uomo di calcio.
Ma fin qui, tutte le strada portano a Taçi.
Mentre l’Energy Ti Grouo, che detiene il 10% delle quote di Parma Fc e ha un contratto di sponsorizzazione per 25milioni di euro in dieci anni rischia di fare marcia indietro per un buco in un’altra controllata dello stesso titolare lussemburghese, l’ombra di Mister Rezart sembra quasi positiva.
Ma chi è questo albanese prestato al petrolio? Ex cameriere, si è pagato la laurea in ingegneria a Torino con il sudore della fronte, poi ha deciso di far sudare gli altri: carriera fulminea all’ombra del premier Berisha, la privatizzazione di una raffineria che lo ha reso ricco, qualche guaio col fisco, affari in mezzo mondo. Perché non in Russia, regno del petrolio, e a Cipro, paradiso fiscale, dunque?
Milanista di fede, anni fa tentò di acquistare il Genoa, poi il Bologna, poi è diventato sponsor del Milan, provand una scalata non riuscita. Si narra anche sia socio di Becchetti, romano, petroliere, guarda caso associato a una cordata interessata al Parma nel Leyton Orient. Un caso, proprio.
Come un caso che il presidente pro tempore debba durare solo tre mesi, prima del subentro di quello “ufficiale”. Forse a bilanci spulciati e capiti, forse quando la piazza avrà dimenticato il dietrofront costato punti di penalizzazione.
Sta di fatto che se tutte le strade portano a Taci, è il giro di soldi a tenere il Parma in sospeso: la Covisoc indagherà su quelli degli acquirenti, l’acquirente sui bilanci del Parma.
Ai tifosi non resta che sperare di non passare dalle scatole vuote di oggi ad altre piene solo di guai domani.
Cristo si fermerà a Taçi?