La conferenza stampa di ieri del Parma Calcio invece di fare chiarezza sulla vicenda della compravendita suscita ulteriori dubbi e perplessità. Preoccupa l’opacità e l’evidente fretta della manovra, l’origine incerta dei capitali e dell’acquirente, il curriculum di affari e gestione societarie di chi si appresta a prendere la guida della società.
Secondo le dichiarazioni rilasciate alla stampa dall’avvocato Giordano, futuro presidente fiduciario del Parma fc, la società è passata nelle mani della Dastraso Holding Limited, società russo-cipriota impegnata nel campo dell’estrazione petrolifera i cui proprietari rimangono al momento ignoti e di cui non si trova alcuna traccia in rete, nonostante gli asseriti due miliardi di fatturato, chissà se in euro o in rubli.
Per il resto una serie di mezze dichiarazioni, di non detti, di rimandi, di promesse non verificabili che servono più ad alzare una cortina di fumo che a dare un vero segnale di affidabilità e di trasparenza, come si aspettano i tifosi e tutta la città. Ci saranno gli organismi competenti del calcio (la Covisoc) e quelli giuridico-bancari ad accertare la provenienza e la tracciabilità dei capitali stranieri che dovrebbero arrivare per salvare il Parma dal fallimento.
Nel frattempo il Sindaco, in quanto detentore delle strutture, farebbe bene a convocare i sedicenti vertici, vecchi e nuovi, e pretendere chiarezza sul nuovo assetto proprietario e sulle reali capacità ed intenzioni di investimento
Ma è lecito chiedersi se sia meglio una serie A (o molto più verosimilmente una serie B, vista la situazione di classifica e lo stato della squadra) a tutti i costi, con questi presupposti societari, oppure una pulizia assoluta, una nuova società su basi più trasparenti, con una maggiore adesione al tessuto sociale e imprenditoriale di Parma per ripartire con più dignità, più valore sportivo ed umano, più senso di appartenenza alla città.
(Nicola Dall’Olio, capogruppo PD Consiglio comunale)