Troppo scarso, depresso e demotivato, privo di idee, coraggio e voglia il Parma, che oltre agli stipendi rischia di non avere nemmeno un presidente. Perché nessuno la vuole, e la squadra sbanda. Invoca solo pena e lacrime una società così svuotata, in chi l’ha amata e vissuta ricca, gloriosa, felice e opulenta. Fa anche un po’ di rabbia, per la verità, verso chi l’ha ridotta così.
Il Napoli, la cui difesa subisce un paio di spaventi in tutto ad inizio disfida, passeggia su quello che rimane dell’avversario corsaro l’anno scorso, e potrebbe dilagare, se per pietà inerzia o svogliatezza non si accontentasse di contenere una vittoria mai in discussione e messa in cassaforte nel primo tempo grazie alle reti di Zapata e Mertens.
PALETTA DAL PRIMO MINUTO – Donadoni recupera del tutto l’argentino, e lo manda in campo dal primo sperando in un miracolo. Si rivede anche De Ceglie, davanti confermati Cassano e Palladino. Benitez perde all’ultimo istante Higuain per un problemino e risparmia Koulibaly al suo posto Britos. In attacco Zapata, alle sue spalle Callejon Hamsik e Mertens.
PRESIDENTE O NON PRESIDENTE – Difficile pensare al campo. Difficile da ultimi in classifica, rimaneggiati da un mercato deficitario e dagli infortuni, da un avvio disastroso, dalla situazione societaria. O meglio, dall’assenza di una società e di garanzie, con lo spettro del fallimento che si contende il posto con quello della retrocessione. I primi minuti scorrono moderatamente equilibrati, non esaltanti, lenti, più Napoli che Parma con Callejon che spaventa da una parte mentre Cassano predica nel buio dall’altra.
TUTTO IN DIECI MIINUTI – Scocca il 19esimo e Zapata inventa la magia. Riceve palla in area, la protegge, si gira, resiste all’attacco di Paletta che ci prova anche con le cattive a fermarlo e trova la rete del vantaggio. Dopo il quale il Napoli dilaga, Cassano prova un tiro, timidissimo, gli azzurri spingono con insistenza e maggiore tranquillità, è il 29’ quando Callejon entra in area e costringe Gobbi al fallo. Rigore e ammonizione, batte Mertens, centrale, flaccido, ma Mirante tocca senza bloccare. Due a zero, e per il Parma è già finita la partita, il primo tempo diventa solo un’agonia senza tempo di recupero.Per Mertens è la prima marcatura stagionale, quest’anno gialloblù vuol dire resurrezione, degli altri.
NELLA RIPRESA – Donadoni prova il cambio: fuori De Ceglie per Rispoli, Galloppa per Lodi. L’idea è alzare il baricentro, anche se fa sembrare che di idee Donadoni non ne abbia proprio più. Troppe formazioni cambiate, troppi moduli a casaccio. Mirante, ultimo baluardo, dice un paio di no a Callejon, uno a Zapata e evita il tracollo definitivo, allora anche Benitez prova a cambiare qualcosa, giusto per chiudere i conti.
C’è un palo nello score del Parma, lo centra Lodi e un misero tentativo su corner, vanificato da una ripartenza che costringe Mirante al miracolo sul neoentrato Higuain. Il Napoli gioca per l’inerzia del dovere, il Parma boh, cerca di mettere giusto l’onore, oltre alla classe di Cassano.
Ma la partita si chiude come si era aperta, col Napoli in avanti e un miracolo di Mirante. Il sipario che cala sul 2014 del Parma è davvero molto mesto.