Nell’ormai lontano 2010 la provincia di Parma aveva iniziato a lanciare bandi di gara per la realizzazione di impianti fotovoltaici per i suoi Comuni.
La struttura del bando era anomala: l’investimento era realizzato in project, con la proprietà dell’impianto ceduta al comune, che conservava per sé una quota dell’affitto dell’impianto stesso, mentre la tariffa incentivante, all’epoca elevata, prevista dal conto energia, veniva erogata alla società realizzatrice.
Gli impianti sono stati realizzati su terreni di proprietà o in affitto ventennale dei vari comuni di appartenenza da società scelte tramite appositi bandi di gara, o da società di progetto o da società di progetto costituite ad hoc per la gestione.
Ma le domande che sorgono sono numerose:
Per partecipare a un bando pubblico, le aziende, specialmente se estere, non devono avere determinati requisiti, come aver realizzato negli ultimi anni impianti similari, garanzie finanziarie e tecniche?
Spulciando i documenti però…alcune delle società realizzatrici sono risultate altro non essere che finanziarie. Ma come è possibile, ci chiediamo? Come possono essere stati riscontrati in esse i requisiti?
Facciamo una piccola precisazione su come funziona la tariffa incentivante. O meglio, funzionava. La legge stabiliva che se l’impianto fotovoltaico fosse stato realizzato da un ente pubblico (in questo caso il comune) su terreno di proprietà, l’ente avrebbe avuto il diritto di ottenere la tariffa incentivante come se l’impianto fosse stato realizzato su tetto (parliamo di 20-25% in più).
Gli impianti non sono stati realizzati con soldi pubblici, bensì, privati. L’unico merito delle amministrazioni comunali e’ stata la mera emissione di carta e di messa a disposizione di un terreno di proprietà a soggetti terzi che hanno poi effettuato l’investimento. Ma grazie a questo escamotage gli enti si sono trovati a “beneficiare “ di una tariffa incentivante decisamente più conveniente rispetto ad altro soggetti che ha realizzato l’impianto senza “barbatrucchi burocratici”.
Non entriamo nel merito della fattibilità dei bandi che sicuramente la provincia di Parma ha esaminato attentamente con i propri uffici legali, ma ci sembra che le leggi siano state adeguate o girate per convenienza, anche perchè la maggioranza di questi impianti risulta oggi essere di proprietà di società estere che hanno fiutato il business e che noi cittadini italiani “ingrassiamo” pagando la nostra bolletta elettrica…